PALERMO, 26 MARZO 2013 – Il governo del futuro e il futuro del governo. Sono questi i quesiti che occupano per intero le pagine della politica nazionale. Riuscirà Pierluigi Bersani ad aggregare una maggioranza in grado di superare lo scoglio della fiducia al Senato?
Saprà riproporre su scala nazionale il cosiddetto “modello Sicilia” coinvolgendo in maniera organica il Movimento di Beppe Grillo?
Vista dalla Sicilia la questione appare più ingarbugliata che mai: al dichiarato rifiuto dei grillini di sostenere il nuovo esecutivo si aggiungono le bordate più dirette verso il premier incaricato di marca Pdl.
“Non so come farà ma Bersani sembra sicuro di portare a casa il risultato – spiega a Si24 il senatore Pd Corradino Mineo – ho sentito Enrico Letta e ne sembrava convinto. Non posso entrare nelle alchimie delle alleanze ma ho avuto la chiara impressione che il tentativo di formare il Governo non viene fatto solo per onor di firma. E tra l’altro la vera novità di queste ore è che tutti fanno pretattica ma intanto sembra essere sfumato un piano B da utilizzare dopo l’eventuale fallimento di Bersani. Quindi se Bersani fallisse si può solo andare a votare”. Il “Modello Sicilia” non approderà mai in Parlamento? “Secondo me è esportabile, come si è visto sull’elezione di Grasso. Se il nome del prossimo presidente della Repubblica dovesse essere al di fuori della solita politica, il gelo di Grillo e dei suoi potrebbe sciogliersi”.
“Non esiste alcun modello Sicilia – sostiene la senatrice Simona Vicari, Commissario provinciale del Pdl a Palermo -. Il rapporto con il Movimento 5 Stelle serve al Governatore Crocetta soltanto per non esporsi alla contestazione antipolitica, ma non può essere esportabile a livello nazionale. Se Bersani ha una maggioranza – ed è a tutti chiaro che non ce l’ha – si presenti in Parlamento con un programma. Altrimenti accetti la disponibilità che il Pdl gli ha mostrato. L’Italia in questo momento ha bisogno di gesti di responsabilità. E per questo ci appelliamo al presidente Napolitano affinché fermi la deriva verso cui andrebbe il Paese in assenza di un Governo con una vera maggioranza e un programma condiviso”.