PALERMO, 23 MARZO 2013 – Si è tenuto questa mattina l’incontro fra la delegazione delle opposizioni all’Assemblea regionale siciliana e il Commissario dello Stato, Carmelo Aronica, in merito alla norma sull’abolizione delle Province.
“Abbiamo potuto manifestare – racconta Totò Cordaro, di Cantiere popolare – le nostre forti perplessità su una norma che, tra le altre cose, elimina spazi di democrazia per i cittadini e viene a privare il territorio di organi di governo dell’area vasta, quali sono le Province appunto, sulle quali occorre intervenire con una riforma radicale, per migliorarne i servizi e ridurne i costi, ma che non possono essere soppresse”.
All’incontro hanno partecipato Totò Cordaro (Cantiere popolare), Francesco Scoma (Pdl), Roberto Di Mauro (Pds), Santi Formica (Lista Musumeci), Bernardette Grasso (Grande Sud) e Mimmo Fazio (Gruppo Misto), e per l’ufficio del Commissario, il capo di gabinetto nonché responsabile dell’ufficio legislativo, Esther Mammano.
“Siamo certi – conclude Cordaro – che il Commissario dello Stato prenderà la sua decisione, libera da condizionamenti di ogni genere, in totale autonomia di giudizio”.
Qualche giorno fa, comunque, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, aveva messo in dubbio la legittimità del parere del Commissario dello Stato su una legge che è espressione di principi contenuti nello Statuto speciale della Sicilia.
Intanto, anche Salvino Caputo, di Fratelli d’Italia ha chiamato in causa Aronica: “Per l’opposizione all’Ars, la norma in questione – spiega Caputo – contiene gravi profili di illegittimità e di incostituzionalità, su cui con competenza e autorevolezza, il Commissario si pronuncerà a breve, e sul fatto che il contesto sociale e politico in cui tale norma é stata approvata, risponde a criteri di populismo e di demagogia, piuttosto che alla esigenza più che fondata, di una razionalizzazione delle competenze delle Province”.
E perplessità sul testo della norma sono state manifestate anche da Vincenzo Figuccia, del Partito dei siciliani-Mpa, che ha espresso “preoccupazione per la nomina , in caso di accoglimento della norma sull’abolizione delle Province, di commissari che, scelti tra i funzionari e i dirigenti della Regione, non potranno che possedere il requisito fondamentale del gradimento e della fiducia da parte del governatore Crocetta”.