RAGUSA, 21 MARZO 2013 – Sostituivano gli animali malati con capi di bestiame sani ma di valore inferiore, non più produttivi, di ignota provenienza o smarriti da altri allevamenti, cercando poi di incassare dalla Regione gli indennizzi per l’abbattimento degli animali.
È quanto avrebbero accertato le indagini dei Carabinieri del Nas di Ragusa che hanno arrestato due coniugi, titolari di un allevamento di pecore e capre di Mazzarino (Caltanissetta). Le accuse rivolte alla coppia sono di maltrattamento di animali, violazione di sigilli, falso, truffa aggravata e ricettazione.
La sostituzione del bestiame, in violazione delle norme veterinarie per il risanamento dalla brucellosi, comportava veri e propri maltrattamenti per gli animali: veniva infatti effettuato lo scambio delle marche identificative degli animali affetti da brucellosi con quelle di capi sani (causando, in alcuni casi, il taglio dell’intero padiglione auricolare) e la forzata ingestione di bulloni metallici, al fine di simulare la presenza del microchip di identificazione, che normalmente è collocato, dai medici veterinari, nell’apparato gastrico.
Le indagini hanno consentito di sequestrare 400 tra pecore e capre per un valore di circa 40mila euro, per i due coniugi – già condannati nel 2010 per gli stessi illeciti – sono stati disposti la custodia in carcere per uno e ai domiciliari per l’altro.