Rottura di Maroni: “Speriamo che le nove Province non siano sostituite da 50 Consorzi…”

di Redazione

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Rottura di Maroni: “Speriamo che le nove Province non siano sostituite da 50 Consorzi…”

| giovedì 21 Marzo 2013 - 14:35

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PALERMO, 21 MARZO 2013 – In tanti oggi, il giorno dopo l’approvazione in Ars della legge che abolisce le Province, provano ad affibbiare una targa al provvedimento. È un successo del governatore Crocetta in solitaria? Del Pd o dell’Udc? Del Movimento 5 Stelle? Ma c’è anche chi non nasconde la disapprovazione verso la legge.

“Questa legge – dice Baldo Gucciardi, capogruppo del Partito democratico all’Ars – è frutto di un emendamento di riscrittura che porta la mia firma, quella di Lino Leanza, capogruppo all’Ars dell’Udc, e Antonio Malafarina, della Lista Crocetta. Una norma che è a tutti gli effetti una riforma targata PD e che ci permette di scrivere una pagina di democrazia che contribuisce a riavvicinare la politica e l’opinione pubblica. Questo parlamento ha la possibilità di fare da apripista in un percorso riformatore che può diventare riferimento per il Paese”.

“Il taglio delle Province votato dall’Ars – afferma in una nota Gianpiero D’Alia, segretario regionale dell’Unione di centro – rappresenta una vittoria politica dell’Udc che da sempre ha lavorato perchè si arrivasse a questo obiettivo. Il dibattito parlamentare di ieri, inoltre, dimostra che quando la maggioranza è coesa e si hanno le idee chiare sono gli altri a venirci dietro”.

 

E Salvatore Siragusa, del gruppo del Movimento 5 Stelle, dice: “Un passo epocale per la Sicilia, un punto fondamentale del nostro programma realizzato”.

La Sicilia è la prima regione in Italia ad approvare un provvedimento così radicale per la riforma degli enti locali. A livello nazionale, sono molti i partiti che hanno inserito misure di questa portata nei programmi per le scorse elezioni nazionali. Pdl compreso, come ha dimostrato ieri il capogruppo dei “grillini” in Ars, Giancarlo Cancelleri. Eppure, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, segretario nazionale della Lega Nord e principale alleato del partito di Silvio Berlusconi in Parlamento, ha criticato aspramente la legge approvata ieri dall’Assemblea regionale siciliana. Una posizione n evidente rottura con il passato, quando la Lega auspicava l’abolizione delle Province.

“L’abolizione delle Province in Sicilia? – ha detto – . Saranno sostituite da Unioni di Comuni. Spero che a nove Province non si sostituiscano 40/50 unioni di Comuni con costi per l’erario pubblico ancora superiori. Sarebbe un risparmio quasi zero a fronte di un caos della gestione dei servizi pubblici”.

D’accordo, il coordinatore nazionale del Cantiere popolare, Saverio Romano, che a Twitter affida il suo dissenso per la legge approvata ieri: “Non ci appiattiremo – cinguetta Romano – al ‘tanto peggio tanto meglio’ voluto dai Crocellini sull’abolizione delle Province. Una riforma populista moltiplica spese”.

Tanti, comunque, anche i segnali di approvazione per la norma voluta dal Governo regionale e votata dall’Ars.

“L’abolizione delle Province, promossa dal Governo regionale, rappresenta una svolta epocale per la Sicilia, che per la prima volta – afferma Felice Coppolino, presidente di Unicoop Sicilia – è capofila di una riforma necessaria. Il sistema delle Province andava indubbiamente rimodulato, a partire proprio dall’eliminazione di sovrastrutture e sovrapposizioni di competenze, generatrici di sprechi”.

“È di estrema urgenza, subito dopo l’entrata in vigore delle nuove norme – scrive in una nota Giuseppe Ferrarello, portavoce del Movimento “Sicilia sì”, vicino al presidente della Regione, Rosario crocetta – l’apertura di una fase di confronto con le varie realtà locali, a cui è adesso affidato un ruolo determinante nell’attività di governo del territorio”.

E si scaglia, invece, decisamente contro la legge per l’abolizione delle Province e i suoi effetti il sindacato Ugl: “La politica dei tagli – dice Giuseppe Piccione, segretario regionale dell’Ugl Intesa Fp Sicilia – è la più facile da attuare, anche perché moltiplicatrice di consensi elettorali, ma ciò che si dimentica sempre è portare a conoscenza dell’opinione pubblica anche i risvolti negativi che vi si nascondono dietro. Se da un canto si presume un risparmio economico sostanziale, da un altro – spiega Piccione – l’abolizione delle Province porterà presumibilmente a pesanti ripercussioni per i lavoratori di Stato e parastato”.

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