PALERMO, 21 MARZO 2013 – Gestivano un vasto giro di prestiti con tassi di interesse compresi tra il 120% ed il 300% annui. La Guardia di Finanza ha arrestato due palermitani con l’accusa di usura. Si tratta di Francesco Abbate (soprannominato “il monaco”), 59 anni, e Gaspare Delia, 29. Sequestrato il patrimonio degli usurai, quantificabile in circa 20 milioni di euro.
Le indagini sono partite circa un anno fa, a seguito delle denunce presentate da due imprenditori ormai stremati dalle continue richieste di denaro. Tra le vittime dei malviventi c’erano imprenditori, commercianti, piccoli artigiani, casalinghe e pensionati della provincia di Palermo e Trapani, tutti cittadini a cui il credito legale aveva ormai chiuso le porte.
Ai due, ufficialmente residenti a Palermo ma che di fatto viveno a Balestrate, sono stati sequestrati i beni accumulati con l’attività illecita: conti correnti, quote di fondi comuni di investimento, libretti di risparmio, titoli di Stato, quote societarie e ben 60 immobili, tra ville, appartamenti, locali commerciali e garage, tutti tra Palermo e Balestrate, e un appartamento a Milano.
La Guardia di Finanza ha monitorato per mesi il giro d’affari dei due usurai. Abbate, detto “il monaco” per la sua passione per gli oggetti religiosi di cui aveva la casa piena, aveva provato a disfarsi del patrimonio personale trasferendolo ai figli, ma le indagini dei finanzieri hanno dimostrato come l’unica fonte di reddito familiare arrivasse dall’usura.
Uno degli indagati aveva dichiarato, negli ultimi 20 anni, redditi ai limiti della sussistenza, con perdite derivanti da un’attività commerciale nel settore della ceramica in realtà inattiva già da molti anni.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip, Lorenzo Matassa.