PALERMO, 21 MARZO 2013 – “Un vero scempio istituzionale in nome di una falsa spending review: è una legge truffa e incostituzionale”. Il Presidente dell’Unione regionale Province siciliane Giovanni Avanti, Presidente della Provincia regionale di Palermo, non usa mezzi termini contro la legge per l’abolizione delle Province approvata dall’Assemblea regionale siciliana. (All’interno il video)
Avanti annuncia subito il ricorso al Commissario dello Stato, con una memoria in cui i presidenti delle Province siciliane illustreranno le ragioni del loro dissenso. “È una legge ispirata solo da motivazioni populistiche e demagogiche – dice Avanti – . Le Province sono diventate lo scalpo da gettare in pasto all’opinione pubblica, una sorta di finta panacea contro i mali della pubblica amministrazione, con l’unico obiettivo di distogliere l’attenzione dai veri sprechi e costi della politica e della gestione dell’elefantiaco apparato della Regione Siciliana e dei suoi 206 enti collegati che costano da soli quasi 29 milioni di euro all’anno”.
Le accuse di incostituzionalità si fondano sul dettato degli articoli 5 e 114 della costituzione che riconoscono le autonomie locali come principi fondamentali della Carta e le Province come elementi costitutivi della Repubblica. L’Urps cita anche una sentenza della Corte di Cassazione del 2010 in base alla quale la potestà legislativa della Regione siciliana deve essere conforme ai principi della legislazione statale.
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Il presidente dell’Urps contesta la legge non solo sul piano dell’incostituzionalità ma anche per lo scenario che si prospetta: “Questa riforma – prosegue Avanti – non è supportata da alcun ragionamento di carattere tecnico-amministrativo, organizzativo e finanziario, malgrado i numeri sbandierati ogni giorno a casaccio dal Presidente Crocetta. Tutto è estremamente vago e fumoso, ma rischiamo seriamente fra un anno di ritrovarci con 35 consorzi di Comuni, con un frazionamento di competenze che va contro la semplificazione dell’amministrazione pubblica in Sicilia e con un sicuro aumento di costi rispetto alle attuali nove Province. Un salto nel buio – aggiunge Avanti – che rischia di gettare nel caos l’intero sistema degli enti locali siciliani in una fase storica di grandi difficoltà economica per l’intera Sicilia, dove le priorità sono ben altre”.
Avanti pone poi un problema di democraticità del provvedimento: “Con l’approvazione di questo disegno di legge – aggiunge – il Presidente Crocetta e la maggioranza di governo si apprestano inoltre ad infliggere un duro colpo alla democrazia. Prima commissariando le Province e nominando uomini di propria fiducia, al posto di organismi eletti dal popolo. Poi con l’introduzione dell’elezione di secondo livello che elimina con un colpo di spugna l’elezione diretta. Altro che rivoluzione, siamo di fronte ad una vera e propria restaurazione che ci fa tornare indietro di decenni”.
E poi un affondo politico: “Tutto questo serve per alimentare il populismo del Presidente Crocetta e per ingraziarsi i 15 deputati del Movimento 5 Stelle, i cui voti sono necessari per approvare la prossima Finanziaria e il bilancio della Regione, dove sicuramente verranno propagandati miracolosi tagli per nascondere gli ulteriori sprechi”.
Intanto domani in calendario a Palermo una seduta del Consiglio provinciale interamente dedicata all’argomento del giorno.
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