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Omicidio Tusa, si indaga su presunti dissidi familiari. La pista mafiosa passa in secondo piano

PALERMO, 20 MARZO 2013 – Contrasti familiari, una lite, una colpo di Colt calibro 38 che parte all’improvviso. Non ci sarebbe la mafia dietro la morte di Giovan Battista Tusa, il settantunenne di Villagrazia ucciso ieri davanti alla sua abitazione.

Tusa era molto conosciuto nel quartiere ma anche in Procura e alla Direzione Investigativa Antimafia. Condannato per mafia, coinvolto nelle inchieste insieme a nomi del calibro di Totò Riina, Pietro Aglieri, Giovanni Brusca.

 

Ma a quanto pare la mafia, stavolta, non c’entra. E sarebbe solo un caso il fatto che l’omicidio sia caduto all’indomani delle condanne in appello per l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo. Il padre Santino aveva fatto anche il nome di Tusa nelle sue confidenze agli investigatori. Ma la dinamica dell’omicidio è chiaramente estranea alle tecniche mafiose proprio ad iniziare dall’arma utilizzata.

Poi il particolare dell’unico colpo al fianco che ha lasciato l’anziano pregiudicato agonizzante per molti minuti. Nessun colpo di grazia, niente di plateale come usano fare i boss e come era accaduto nell’omicidio di Francesco Nangano. Malgrado i parenti e gli amici (nessuno di loro è andato in ospedale mentre Tusa era in fin di vita) interrogati dalla Polizia neghino qualsiasi dissidio, gli investigatori puntano su una pista precisa. Il cognato ottantenne di Tusa, Vincenzo Gambino, si è allontanato da Villagrazia ieri pomeriggio e dalla sua collezione di armi mancherebbe proprio una Colt 38. e poi un altro particolare: il ferimento di Tusa potrebbe non essere avvenuto dove l’uomo è stato trovato, forse un tentativo di sviare le indagini.

L’allarme per una nuova guerra di mafia pare rientrato, o meglio rimasto al livello di attenzione raggiunto dopo l’omicidio Nangano. Lo sparo nel quartiere alle spalle del Pagliarelli ma più vicino di quanto sembri a Corleone e San Giuseppe Jato, stavolta non è “cosa loro”.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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