PARTINICO, 20 MARZO 2013 – La Polizia ha sequestrato un’aziende vitivinicola dal valore di oltre 1 milione e mezzo di euro, riconducibile a Ottavio Lo Cricco, 48 anni, di Partinico.
Lo Cricchio era stato condannato a sette anni di reclusione nel 2009 per associazione mafiosa; nel 2012 gli è stato concesso l’obbligo di soggiorno per tre anni, e gli erano stati confiscati i beni intestati a lui e a sua moglie, privandolo di un patrimonio economico quantificabile in diversi milioni di euro.
L’accusa parla di un tentativo da parte dell’uomo di aggirare la normativa antimafia attraverso l’uso di un prestanome, per appropriarsi di nuovo patrimoni.
Lo Cricchio si è fatto assumere, poco prima della scarcerazione, dalla San Domenico Vini s.r.l., azienda messa in piedi dal figlio Vito, appena 19enne, senza alcuna risorsa economica, nel tradizionale settore di famiglia e che in poco più di un anno di apertura poteva già vantare un volume d’affari pari a 1 milione e 500 mila euro. Una precocità aziendale che ha insospettito gli inquirenti. L’azienda era infatti un tentativo di Ottavio Lo Cricchio di riproporsi sul mercato imprenditoriale di Partinico attraverso il figlio, salvaguardando le attività commerciali illecitamente costituite e sequestrate nel 2012.
L’attività d’indagine ha portato quindi al sequestro della San Domenico Vini, ma anche all’applicazione della misura dell’amministrazione giudiziaria per la Soc. Coop. Valle dello Jato, sempre di Partinico. Quest’ultima era apparentemente un’azienda concorrente alla San Domenico Vini, ma gli investigatori sono riusciti a dimostrare il comportamento chiaramente agevolante nei loro confronti. I ruoli dirigenziali, infatti, erano ricoperti da persone di fiducia di Lo Cricchio e gli impianti necessari al funzionamento dell’attività della San Domenico Vini erano di proprietà della Soc. Coop. Valle dello Jato. Infine, a fronte di regolari contratti di affitto dei macchinari aziendali sottoscritto dalle due aziende, non c’era traccia dei pagamenti e di passaggi di denaro.