ROMA, 20 MARZO 2013 – Era anche un po’ palermitano, legato a questa città dove era stato Questore ma per la quale aveva contrastato la mafia durante tutta la sua carriera. È morto oggi, dopo una lunga malattia, il capo della Polizia Antonio Manganelli.
Nato ad Avellino nel 1950, Manganelli era stato nominato al vertice della Polizia di Stato nel 2007 dal governo Prodi. Era ricoverato in gravi condizioni dalla fine del mese scorso a causa di un’emorragia cerebrale.
Laureato in Giurisprudenza si era specializzato in Criminologia Clinica all’università di Modena. Dagli anni ’70 ha operato costantemente nel campo delle investigazioni, acquisendo particolare esperienza e preparazione tecnica nel settore dei sequestri di persona a scopo di estorsione prima ed in quello antimafia poi.
Nella sua lunga carriera ha lavorato al fianco dei più valorosi magistrati e di organi giudiziari investigativi europei ed extraeuropei, a cominciare da Giovanni Falcone, dei quali è diventato negli anni un punto di riferimento, legando il suo nome anche alla cattura di alcuni dei latitanti di maggior spicco delle organizzazioni mafiose.
Manganelli ha anche diretto il Servizio Centrale di Protezione dei collaboratori di giustizia ed è stato questore di Palermo e di Napoli. Nel 2000 è stato nominato dal Consiglio dei Ministri prefetto di 1° classe, con l’incarico di direttore centrale della Polizia Criminale e vice direttore generale della Pubblica Sicurezza.
Dal 3 dicembre 2001 è stato vice direttore generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie. Il 25 giugno 2007 il Consiglio dei ministri lo aveva nominato Capo della Polizia.
Un bravo poliziotto che riusciva anche a ammettere gli errori commessi dai “colleghi” come nel caso del G8 di Genova e dell’irruzione alla Diaz. Oggi anche Palermo lo piange.