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Province verso l’abolizione. Tiene la maggioranza di Crocetta, approvato il maxiemendamento

PALERMO, 19 MARZO 2013 – La maggioranza che sostiene il Governo di Rosario Crocetta tiene e supera anche lo scoglio di alcune votazioni a scrutinio segreto, comprese quelle per il maxiemendamento presentato dalla maggioranza e quella del deputato Pd Alloro che voleva “salvare” l’elezione diretta dei nuovi Consorzi.

 

Si è, dunque, a un passo dall’addio alle nove Province Regionali. Mancano solo le dichiarazioni di voto e il voto finale, previsti nella seduta di domani, mercoledì 20 alle ore 16. Il maxiemendamento passa a scrutinio segreto con 53 voti favorevoli, 28 contrari e un astenuto e fa contestualmente decadere tutti i 282 emendamenti ritenuti ammissibili. Il deputati del Movimento5stelle hanno votato insieme alla maggioranza. Presente in aula il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che ha accolto l’approvazione dell’emendamento con un applauso.

Saltano le elezioni provinciali del 26 e 27 maggio e i Consorzi dei Comuni diventeranno organi di secondo livello con i vertici eletti dai Sindaci e non direttamente dai cittadini. Il Governo avrà tempo fino al 31 dicembre per far approvare all’Ars una legge che disciplini le funzioni del liberi consorzi, intanto scattano i commissariamenti delle province e l’emendamento del centrodestra che voleva nominati commissari gli attuali presidenti in carica è stato bocciato.

Fra meno di 24 ore potrebbe essere scritta la parola fine sulle nove Province.

“Una riforma storica” la definisce il governatore Rosario Crocetta. “L’abolizione delle Province è la prima tappa di una rivoluzione importante che deve riguardare la Sicilia – ha aggiunto – quello di questa sera è un banco di prova fondamentale, perchè se si riesce a compattare la maggioranza sulla cosa che sembrava più difficile, io credo che adesso il percorso del governo sarà un percorso molto più tranquillo e finalmente inizieranno le grandi riforme”.

 

“All’inizio ho temuto che su qualche emendamento si potesse verificare uno sfaldamento della maggioranza – confessa Crocetta ai cronisti – che invece si è rafforzata. È stata una grande prova di igiene politica, per una legge di grande valenza nazionale. Quello che ha fatto questa sera l’Assemblea regionale, il parlamento nazionale fino ad oggi non ha avuto il coraggio di farlo”.

 

Anche il presidente dell’ Assemblea, Giovanni Ardizzone saluta positivamente il voto: “È un buon segnale che viene dato da tutto il Parlamento, anche da coloro che non erano d’accordo su questa riforma, perchè c’è stato un comportamento corretto da parte di tutti i deputati, con tentativi di ostruzionismo limitati”. Secondo Ardizzone, “se si vuole bloccare un Parlamento, si sa come farlo. La legge invece ormai è chiusa, domani si darà ai gruppi la possibilità di esplicitare ulteriormente le proprie posizioni. Abbiamo assistito a un buon inizio di legislatura che depone bene per il prossimo banco di prova, ovvero la finanziaria regionale”.

 

“Siamo soddisfatti per l’approvazione del ddl che riforma le Province perchè la loro soppressione è da sempre un tema del nostro programma”. Lo afferma Gianpiero D’Alia, deputato e segretario regionale dell’Udc siciliana. “Ora si vada avanti spediti con il bilancio. Soltanto dopo presenteremo una nostra proposta organica per riformare la burocrazia regionale – aggiunge – e l’organizzazione dei liberi consorzi di Comuni”.

 

Soddisfatti anche Giuseppe Lupo, segretario regoionale del Pd e Baldo Gucciardi, capogruppo Pd all’Ars: “Una svolta per la Sicilia e per il Paese, una riforma che parte da qui e porta la nostra isola ad essere un punto di riferimento a livello nazionale per modernità e innovazione istituzionale. Il Pd all’Ars ha lavorato a lungo per questo risultato: è una vittoria di tutta la coalizione che sostiene il governo Crocetta. Avevamo preso un impegno e lo abbiamo mantenuto. Grazie ai deputati del Pd e dell’intera maggioranza, anche in questa occasione hanno lavorato con competenza e compattezza per raggiungere questo obiettivo”.

 

“Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto: in Sicilia non si voterà più per eleggere presidenti e consiglieri provinciali. Le Province da oggi sono organi di secondo livello. Adesso inizia il percorso di profonda riforma della Regione”. Sono le parole di Antonello Cracolici, deputato del gruppo PD all’Ars fra i primi a parlare di abolizione delle Province già nella precedente legislatura.

 

Non può che godersi questo storico voto il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Giancarlo Cancelleri: “Fino a qualche settimana fa, gli intenti che si leggevano sui giornali, sia dalla maggioranza che dall’opposizione, erano quelli di andare ad un rinvio del voto, ad un restringimento degli eletti nei consigli provinciali e all’aumento delle competenze delle Province. Oggi finalmente stiamo parlando dell’abolizione di un’istituzione per andare a risparmiare sui costi della politica veri e propri”.

 

Gli fa eco il deputato di M5S Giorgio Ciaccio: “Si tratta della prima vera applicazione dello Statuto siciliano nella sua forma più pura”. “Se questo è il massimo che il partito delle Province e degli sprechi può mostrare, attraverso l’ostruzionismo in Aula – commenta invece Francesco Cappello – i siciliani possono dormire sonni tranquilli”. “Questo risultato – afferma Salvatore Siragusa – è l’ennesima dimostrazione che il Movimento 5 Stelle è tutt’altro che protesta, ma proposta concreta e serissima”.

 

Soddisfazione anche dal senatore del movimento “Il Megafono”, Giuseppe Lumia: “Con l’abolizione delle province la Sicilia dimostra di fare sul serio. Non c’è più spazio per le parole, il governo Crocetta e la sua maggioranza hanno avuto il coraggio di eliminare un Ente poco produttivo e molto costoso. Adesso la Sicilia, da sempre considerata Regione di sprechi e clientelismo, diventa un modello da seguire per tutto il Paese”. 

 

Parla anche di elezioni nei Comuni Marco Forzese, presidente della I commissione legislativa dell’Ars e deputato del gruppo “Democratici e riformisti per la Sicilia”: “Con la soppressione delle province abbiamo anche sperimentato la tenuta della maggioranza attorno alle idee programmatiche del presidente Rosario Crocetta. Intendo subito convocare la commissione, già giovedì prossimo, per esaminare l’altra legge di riforma per il voto nei Comuni che prevede la doppia preferenza di genere e la doppia scheda per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale, consentendone così un rapido approdo in Aula”.

“Con l’abolizione delle Province in Sicilia entra nel vivo la stagione delle riforme autentiche e della rivoluzione. Il gruppo Democratici riformisti per la Sicilia, coerentemente con quanto annunciato nei giorni scorsi, ha votato la legge voluta dalla maggioranza che sostiene il presidente Rosario Crocetta”. Dichiara Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia all’Ars.

 

Critica l’opposizione a iniziare dai deputati della Lsta Musumeci: “Crocetta ha espropriato milioni di siciliani del diritto di voto, che il 26 e il 27 maggio avrebbero dovuto esercitare per il rinnovo delle Province. Stiamo tornando indietro di 40 anni. Con questa scelta – sottolineano – che di fatto è un mero rinvio a una futura legge, Crocetta ottiene due risultati: consegnare ai fidati commissari proconsoli il compito di gestire per un anno le Province e preparare per il prossimo anno la gestione dei ‘liberi consorzi’ agli apparati dei partiti”.

 

“Non credo che abbiamo reso un buon servizio alla Sicilia e ai siciliani. L’eliminazione di fatto delle Province regionali e la sostituzione con i liberi consorzi dei Comuni creerà situazioni di vuoto giuridico ed amministrativo con la conseguente paralisi di servizi importanti e il nascere di costosi contenziosi. Un regalo di Crocetta ai Grillini per mantenere la precaria maggioranza in aula”. A dirlo il vice presidente della commissione Attività produttive e deputato regionale di Fratelli di Italia, Salvino Caputo.

 

“Questa legge che abolisce le Province rischia di creare gravi danni finanziari per il sistema di riscossione dei tributi locali. Si sta creando un buco legato all’assenza del referente istituzionale. In assenza di una riforma costituzionale, ci troviamo davanti alla paradossale situazione di tributi locali incassati dallo Stato, come l’Rc auto e la trascrizione dell’imposta di acquisto autoveicoli, che rappresentano il 50 per cento del bilancio provinciale”. Lo dice Giovanni Lo Sciuto, parlamentare del Partito dei Siciliani-Mpa. “Crocetta spieghi dove prenderà questi fondi, circa 300 milioni di euro per le 9 province siciliane – continua Lo Sciuto -. Poichè il 95 per cento del bilancio provinciale è dato da spese correnti e obbligatorie dovute, non si fa altro che aggravare le già malconce risorse regionali o dei Comuni”.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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