PALERMO, 19 MARZO 2013 – “Non condivido l’accordo di ieri sulla Gesip, o almeno quello che viene descritto come un accordo”. L’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, boccia l’intesa raggiunta ieri sera da Regione e Comune sulla vertenza Gesip, intesa grazie alla quale si prospettano 6 mesi di cassa integrazione per i 1.800 lavoratori dell’ex partecipata.
“Estendere la cassa integrazione – ha detto Bianchi nel corso del Forum sull’economia in Sicilia al Centro Studi “Pio La Torre” – non era la posizione della Regione. Noi eravamo per l’applicazione di contratti di solidarietà che prevedessero l’erogazione di un salario a fronte di un’attività lavorativa per evitare che si desse l’impressione di una Regione in grado di ampliare il proprio personale. Ampliamento che al momento è invece impossibile”.
Bianchi non usa mezzi termini: “Se facciamo la deroga della deroga – ha aggiunto – inneschiamo un meccanismo esplosivo. Purtroppo l’uso della piazza e una posizione rigida e irragionevole del Comune non aiuta. O costruiamo un processo di collaborazione inter-istituzionale o non usciremo dall’impasse“.
A dare man forte a Bianchi lo stesso Governatore Crocetta: “Per i lavoratori della Gesip la cig in deroga è di sei mesi e non di quattro anni. Noi avevamo altre soluzioni, ma Leoluca Orlando ha puntato solo su questo e anche il ministero del Lavoro”.
Molto critico anche il segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava. “Abbiamo fatto diventare la cassa integrazione in deroga come l’albero della cuccagna dei lavoratori Lsu degli anni ’80. Ci troviamo di fronte a un presidente della Regione che fa a gara con il sindaco a chi offre di più ai lavoratori”.
Sulla vertenza Gesip è tornato stamattina il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “L’incontro di ieri è stato risolutivo, perchè si è affermata l’ammissibilità della cassa integrazione in deroga per i lavoratori della Gesip. Si è sciolto quel nodo e si è convenuto sul fatto che i lavoratori ora possono accedere alla cassa integrazione e sono considerati finalmente come lavoratori normali”.
“In questa vicenda – ha aggiunto Orlando – si inserisce il piano del Comune che non vuole che i lavoratori abbiano la cassa integrazione stando a casa ma devono lavorare e garantire i servizi. E’ per questo che per la prima volta un Comune si fa carico di contribuire al pagamento delle somme necessarie”.