PALERMO, 15 MARZO 2013 – Sarà una lunga notte di trattative. Su questo non ci sono dubbi. E la partita che si giocherà domani, per decidere chi siederà sullo scranno più alto di Palazzo Madama, potrebbe essere un derby tutto siciliano, con in campo a fronteggiarsi Anna Finocchiaro del Pd e Renato Schifani del Pdl. Il professor Mario Monti l’outsider e i grillini l’incognita.
Domani alle 11 inizierà la terza votazione al Senato. E lì i partiti non potranno più nascondersi, come hanno fatto oggi, dietro la scheda bianca. Infatti, il regolamento del Senato prevede che i due senatori più votati nella terza votazione vadano al ballottaggio.
Tre gli scenari più accreditati che circolano nei corridoi di Palazzo Madama. Il primo, caldeggiato dai centristi, vede in queste ore il decollo della candidatura del premier uscente Monti. Questa sera è arrivata, infatti, l’apertura del coordinatore dei montiani, Andrea Olivero, che ha detto che per “sbloccare l’impasse istituzionale è necessario votare una figura rappresentativa come il Professore”, anche senza che la maggioranza che lo elegge si debba poi coalizzare per formare il governo. Insomma, i centristi schierano il loro “pezzo da novanta” e non propongono più, come invece avevano detto nei giorni scorsi, un patto globale che comprenda anche Pd e Pdl.
L’altro scenario, suggerito sia dai democratici che dai pidiellini a taccuini rigorosamente chiusi, potrebbe vedere invece nella terza votazione delle ore 11 il derby tra due siciliani: Anna Finocchiaro, del Partito democratico, contro Renato Schifani, del Popolo delle libertà, che andrebbero così al ballottaggio nella quarta votazione.
Senza i 54 “grillini” (che poi sono 53, visto che la senatrice Giovanna Mangili si è dimessa e non è presente, n.d.r.) la maggioranza assoluta, con un margine di sicurezza, si raggiunge con 135 voti. Il centrosinistra conta 123 eletti, mentre il centrodestra ne ha 117. In questo secondo scenario, stando alle indiscrezioni, al ballottaggio e nel segreto dell’urna, i 19 montiani potrebbero dividere le loro preferenze equamente tra Finocchiaro e Schifani: la prima supererebbe così quota 130, mentre l’attuale inquilino di palazzo Madama rimarrebbe qualche voto indietro.
Ed è per questo motivo che al largo del Nazareno proseguono gli abboccamenti verso il Movimento 5 Stelle, fino ad ora sempre andati a vuoto, affinché domani, all’ombra della cabina che ripara i senatori durante il voto, qualche grillino decida di votare per la senatrice siciliana.
Il terzo, ma forse non ultimo, scenario vede l’accordo tra Pd e montiani con Finocchiaro eletta sullo scranno più alto del Senato e Lorenzo Dellai di Scelta civica su quello di Montecitorio. Ipotesi che avrebbe un quasi via libera della Lega Nord.
Oggi sono arrivate, infatti, le aperture politiche di Nichi Vendola, che ha proposto un grillino a Montecitorio, e quella della Lega che ha lanciato l’ipotesi di Anna Finocchiaro al Senato e un Pdl alla Camera.
Alla luce di questo totonomi per chi diventerà la seconda carica dello Stato, ci sentiamo di supporre che i 630 parlamentari della Camera dei deputati aspetteranno il responso di Palazzo Madama per decidere cosa fare con il proprio voto.