PALERMO, 15 MARZO 2013 – Gli allarmi occupazione lanciati dai lavoratori di Almaviva a Catania hanno sollevato il tappeto sotto cui la Regione ha nascosto la “polvere” relativa alla vicenda di Alicos e Cosmed a Palermo.
Gli incaricati di Palazzo d’Orleans, infatti, hanno fatto preoccupare i sindacati e tutti i dipendenti del call center dopo che agli inizi di marzo non si erano presentati all’incontro organizzato con l’azienda, per cui i rappresentanti del Consiglio di amministrazione erano arrivati direttamente da Roma.
“Questa assenza – dice Rosalba Vella, dipendente Alicos e componente della segreteria provinciale Slc-Cgil – ci ha preoccupati, rischiava di far crollare tutte le nostre speranze, gettando nel panico i dipendenti di Almaviva a Palermo. Per questa ragione, abbiamo tempestivamente chiesto un incontro presso la Prefettura di Palermo, affinché il prefetto si facesse portavoce delle nostre istanze. La mancata risposta da parte della Regione alle richieste dell’azienda potrebbe creare una gravissima emergenza sociale“. Sono, infatti, oltre sei mila i posti di lavoro a rischio.
Oltre alle rappresentanze di CGIL, CISL, UIL e UGL all’incontro in Prefettura, coordinato dal capo di Gabinetto del prefetto, Maria Rosa Trio, hanno partecipato per Almaviva Contact, Cristina Sola, per la Regione il capo di Gabinetto dell’assessorato Attività produttive, Maria Antinoro, e l’ingegnere Vincenzo Marco Nicolosi.
“La Regione, a quel punto – racconta Vella – ci ha fatto sapere che il progetto di destinare ad Almaviva, come sede unica dei suoi due call-center palermitani, l’ex sede Telecom in via Ugo La Malfa, è ancora in essere. Anche se, fino a oggi, non abbiamo alcuna notizia certa. Crediamo che sia il momento di tirare le fila e fare il punto della situazione, anche per dare risposte più concrete ai dipendenti che continuano a vivere nell’incertezza del loro futuro”.
Di fronte alla disponibilità dell’azienda, ancora una volta manifestata, ad investire in Sicilia, in particolare a Palermo, e di trasferire la sede legale nella regione, l’assessorato regionale alle Attività produttive ha ribadito il proprio impegno a portare ad una chiusura positiva la vertenza Almaviva. Inoltre, i delegati dell’assessore Linda Vancheri hanno chiesto l’intervento del prefetto di Palermo nel gestire i rapporti con l’agenzia dei beni confiscati alla mafia, al fine di individuare con assoluta certezza il corretto affidamento dei locali di via Ugo La Malfa, di proprietà dell’Immobiliare Strasburgo, e sopratutto la tempistica per l’adeguamento, la messa a norma e il successivo trasferimento dei siti interessati.
La Prefettura si è resa immediatamente disponibile a farsi carico delle richieste e ha già fissato per giorno 22 marzo un ulteriore incontro a cui saranno invitati anche i responsabili dell’amministrazione giudiziaria che gestisce i beni confiscati.
Un obiettivo centrato, intanto, è la proroga del contratto di affitto della sede di Alicos, in via Cordova, per un altro anno. L’immobile, di proprietà della Sicilcassa, resterà, dunque, a disposizione dell’azienda fino ai primi mesi del 2014.
Più preoccupante, invece, la situazione del call center di Catania, la cui sopravvivenza è legata soprattutto al mantenimento della commessa Vodafone. “Ti informiamo che l’operatore potrebbe rispondere dall’estero”, ti avverte una voce computerizzata quando chiami il servizio clienti. E spesso, in effetti, così accade. “L’operatore telefonico sta delocalizzando il servizio, appoggiandosi a strutture straniere dove il costo del lavoro è più basso – spiega Rosalba Vella – e questo, ovviamente, genera, a cascata, ripercussioni sull’occupazione dei nostri operatori”.