PALERMO, 14 MARZO – È iniziata la guerra del parcheggio tra i dipendenti dell’Ars, tutto per colpa dei lavori iniziati nel piazzale alle spalle dell’ingresso principale riservato alle auto degli onorevoli.
Da qualche giorno, per motivi di sicurezza, possono parcheggiare solo i componenti del consiglio di presidenza e qualche dirigente, mentre per tutti gli altri deputati sono state disposte aree di parking in piazza Parlamento.
Ma i malumori sono arrivati subito, anche perché sembra che ci sia una “casta” anche per il posteggio. I privilegiati rimangono i parlamentari. I primi ad avere il diritto di parcheggiare in piazza Parlamento. Poi tocca ai dirigenti e ai funzionari che hanno tempo fino alle 9.30 per lasciare l’auto, e a seguire, se per caso (o per fortuna) è rimasto ancora spazio, il personale dei gruppi parlamentari. Ultimi i dipendenti degli enti che hanno sede a Palazzo dei Normanni, che rimangono necessariamente fuori dal “terno al lotto” del posto auto”.
A fare da pacieri dovrebbero essere i commessi addetti al servizio di portineria dell’Ars ma, essendo una mansione non prevista dal loro contratto, non hanno visto di buon grado il nuovo incarico.
E le polemiche fioccano. Pure i sindacati hanno richiesto al comune l’ordinanza per capire se la gestione della piazza spetta all’Assemblea regionale, oppure se è di competenza dell’amministrazione comunale, dunque una zona pubblica e di libero accesso.
Ma attenzione: nemmeno le moto sono immuni alla nuova organizzazione. L’accesso è consentito prima alle piccole cilindrate e poi via via, se lo spazio rimasto lo consente, a chi ha motociclette più grosse.
Forse gli unici che hanno indovinato il mezzo di trasporto giusto sono i grillini Giorgio Ciaccio e Giampiero Trizzino, che usano la bicicletta per andare all’Ars. Economico e posteggi davanti la porta.
E anche il Codacons attacca oggi “la casta”, su un altro fronte. “Decisa all’Ars – scrive in una nota il Codacons – l’ennesima risoluzione vergognosa ai danni delle tasche dei contribuenti e a solo vantaggio della solita casta: il Consiglio di Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana ha infatti autorizzato il mantenimento dei gruppi Pid-Cantiere popolare e Grande Sud, nonostante vi aderiscano meno dei cinque deputati previsti dal regolamento dell’Ars”.
L’associazione a difesa dei consumatori ha annunciato un’azione legale per “difendere i soldi dei contribuenti siciliani” che coinvolgerà anche la Corte dei Conti.
“Chiediamo all’Ars e al presidente Crocetta di intervenire per bloccare questa vergogna e ridurre gli stipendi di tutti i deputati – prosegue la nota – facendo seguito alle richieste che vengono ormai da tutto il popolo siciliano che non si sente rappresentato, ma derubato dai suoi stessi politici. Se la richiesta resterà inascoltata – conclude l’associazione – organizzeremo a Palermo una marcia contro gli sprechi e i privilegi dei soliti”.