La “Divina Tragedia”: tour semiserio di una famiglia al centro commerciale. Con la nonna in offerta…

di Redazione

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La “Divina Tragedia”: tour semiserio di una famiglia al centro commerciale. Con la nonna in offerta…

| giovedì 14 Marzo 2013 - 19:07

centro commerciale

PALERMO, 15 MARZO 2013 – Quando le offerte attirano folle a fiumi lo shopping assume toni surreali. Quanto accaduto al centro commerciale “Conca d’Oro” ci ha dato lo spunto per proporvi la cronaca di una giornata al centro commerciale, ovviamente in chiave ironica.

 

“DomenicaMattinaAndiamoTuttiAlCentroCommerciale”, dice mio padre senza prendere fiato. Il tempo si fermò per tutti. Mia madre strinse con forza i volantini su cui studiava da giorni.

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita.

 

Il programma era chiaro:
– 6:15am, appuntamento;
– 6:18am, appello;
– 6:22am, distribuzione del kit, contenente: n.1 piastrina con nome cognome e gruppo sanguigno, n.3 telefoni cellulari, n.1 bussola, n.2 razzi di segnalazione;
– 6:33am, discorso motivazionale: “Oggi ci muoviamo insieme verso un luogo avverso. Alcuni di voi sentiranno il desiderio di mollare, di arrendersi. Tanti prima di noi hanno tentato e sono ancora vivi, certo qualcuno non parla più, qualcun altro si muove a fatica, ma noi non possiamo essere da meno. Siamo una famiglia e, anche se feriti, torneremo a casa insieme”;
– 6:38am, applausi e commozione;
– 6:44am, saluti e abbracci con i condomini del secondo, terzo e settimo piano, da sempre i più sensibili ad atti eroici;
– 6:51am, muovere in direzione Circonvallazione.

 

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura!

 

Il parcheggio si estende per almeno tre CAP, ci destreggiamo tra le zone del Gambero lavandaio e la Cozza elettricista senza alcun risultato, i posti sono tutti occupati. Veniamo richiamati da un signore sulla sessantina che legge il giornale su una sdraio proprio nel mezzo di un posteggio.
“Serve il posto?”.
“Sì, ma non vorremmo disturbare”.
“Nessun disturbo, certo se mi vuole offrire il caffè…”.
Paghiamo una cifra che sarebbe bastata per noleggiare il 101 con tanto di autista per tre giorni e lasciamo la macchina in una zona denominata il Totano commercialista.

 

Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, tant’era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai.

 

Di fronte a noi un orizzonte luccicante di acciaio e vetro, nella parte bassa diecimila naufraghi gridano, si dimenano, si aggrediscono, nell’attesa dell’apertura. Una voce al megafono scandisce slogan, promozioni e oroscopi alternati a intro della più brutta musica italiana degli ultimi settantacinque anni.
A dieci secondi dall’apertura parte il conto alla rovescia.

Veniamo travolti.

Tengo per mano la zia Piera, stringo forte, ma nonostante tutto viene trascinata via. La vedo scomparire dietro le vetrine di un negozio di intimo aggressivo. Qualche minuto dopo ritrovo mia madre: stringe tra le dita i volantini e continua a ripetere: “Solo per oggi 6.99, solo per oggi 6.99, solo per oggi…”.

 

Non è semplice arrivare sino all’ingresso dell’Ipercoop, il tragitto è tempestato di prove.

La prima si chiama Claudia, sorride e mi chiama per nome. In sette minuti quasi mi convince a comprare un SUV.
La seconda prova è Selene. Seria, timida e anche lei mi chiama per nome. Dopo nove minuti ho in tasca tre sigarette elettriche, pur non avendo mai fumato.

 

Arrivo all’Ipercoop dopo novantasette minuti. Mia madre sembra imbottita di Prozac, la zia Piera porta lingerie in vista sopra il maglione, mio padre studia le istruzioni di un accendino con riconoscitore vocale.

La filodiffusione ci accompagna con “Se bastasse una canzone” di Eros Ramazzotti.

 

Per me si va nella città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.

 

All’ingresso ci sono i box delle offerte, roba di scarsissima qualità, assolutamente inutile ma a prezzi imbattibili.
Eravamo lì per questo e lo sapevamo.
Ammiriamo, tocchiamo, annusiamo ma soprattutto acquistiamo ogni sorta di cosa:

– 1 set di punte di trapano con il logo di Hello Kitty;
– 3 cappellini con ventilatore e pannellino solare;
– 5 paia di pantofole batuffolose con lampadina in punta per passeggiate notturne;
– 4 coltelli da cucina con bussola nel manico;
– 23 portacandele raffiguranti i giocatori della nazionale del ’98 compresi i panchinari e Maldini allenatore;

 

I commessi si mimetizzano, nascondono i loro gilet marchiati come ricercati, perché quando qualcuno malauguratamente rivela la sua identità viene assalito con violenza: vidi, mio malgrado, l’amputazione di un orecchio a causa di un errore sulle promozioni in volantino.

 

Alle ore 10:34pm rintracciamo la macchina al Totano commercialista. Di fronte una signora anziana ci aspetta.
“Finalmente, ma quanto ci avete messo?”.
“Scusi signora, ma lei chi è?”.
“Sono nonna Tina, vi aspetto da due ore”.
“Ma forse si sbaglia, signora, veda che…”.
“Non perdiamo tempo che sono stanca, apri questa macchina”.

 

Sono sette mesi adesso che nonna Tina vive con noi, ci siamo anche affezionati, ma se qualcuno dovesse essere interessato a riaverla indietro, la mettiamo in offerta a 19.99 euro per i prossimi 20 giorni.

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