CORLEONE, 13 MARZO 2013 – Dissensi per la soppressione della sede distaccata del Tribunale di Corleone e il conseguente accorpamento alla sede centrale di Termini Imerese, che dovrebbe avvenire il prossimo 13 settembre.
L‘Associazione Forense del Corleonese ha scritto una lettera aperta indirizzata a tutte le principali istituzioni per chiedere il mantenimento della sede o, perlomeno, una proroga.
La chiusura del Tribunale di Corleone fa parte delle manovre di spendig review ma, secondo l’Associazione, in questo caso specifico le spese risulterebbero superiori a quelle attuali, visto che il sindaco di Corleone ha garantito l’uso gratuito dei locali del Tribunale, che appartengono al Comune, mentre a Termini bisognerebbe approntare nuove spese per sistemare la sede e far spazio alla gestione delle sedi soppresse (tra cui anche Bagheria e Cefalù). Tanti anche i disagi per la mancanza di collegamenti diretti tra Corleone e Termini.
“Nel caso di Corleone – si legge nella lettera, firmata dall’avvocato Adriana Di Giorgio, presidente dell’Associazione Forense del Corleonese – la chiusura provoca uno spreco di risorse, un ingiustificato aumento di spesa. Ci si chiede pertanto per quale oscura ragione la proroga di mantenimento, più volte invocata, del nostro Tribunale sia stata sin’ ora ignorata pur in presenza dei presupposti richiesti dalle normative: disponibilità gratuita dei locali, forte e massiccia presenza di contenziosi sia penali che civili, utenza estesa a 40 mila abitanti pari ai comuni del comprensorio, difficoltà logistica al raggiungimento della sede centrale di Termini Imerese, del tutto sprovvista di mezzi di collegamento diretti, la quale dovrà, paradossalmente, trovare risorse per locare nuovi locali da destinare alla sedi soppresse, in aperto contrasto con la ratio della stessa Spending Review”.
“Giunge recente notizia – continua la lettera – dell’opposta sorte riservata al Tribunale di Desio che, in deroga, alla chiusura in blocco e tout court di tutte le sezioni distaccate dei Tribunali in nome della tanto invocata Spending Review, viene salvato perché ospitato in locali di proprietà del comune, oltre che per essere un Tribunale funzionante e in un territorio ove è stata accertata l’infiltrazione della n’drangheta“.
“Viene normale chiedersi – conclude l’avvocato – se la sede di Corleone sia ritenuta, al contrario, ormai libera dalla mafia o se la nostra sezione distaccata del Tribunale che pure si è battuta sin dall’inizio per il suo mantenimento, sia da ritenere meno degna di essere un presidio di legalità contro tutte le mafie in un territorio storicamente simbolo di tale lotta”.
Per salvare il Tribunale corleonese l’Associazione prevede di continuare la sua azione di protesta con numerose iniziative, dall’astensione delle udienze alle manifestazioni a fianco delle scuole e della cittadinanza.