PALERMO, 13 MARZO 2013 – “Autorizzare gruppi parlamentari in deroga significa mantenere nel Consiglio di presidenza dell’Ars rappresentanti in più, che oltretutto determinano costi aggiuntivi. La politica del rigore e del contenimento della spesa non si può applicare a fasi alterne”.
“Cosa succederebbe se nascessero altri mini-gruppi e chiedessero di essere rappresentati nel Consiglio di presidenza?”. Lo ha detto Antonello Cracolici, deputato regionale del Pd, che è intervenuto in aula durante la seduta di oggi criticando la decisione del Consiglio di presidenza dell’Ars di autorizzare il mantenimento dei gruppi “Pid-cantiere popolare” e “Grande Sud”, nonostante vi aderiscano meno dei 5 deputati previsti dal regolamento dell’Ars (rispettivamente 4 al Pid e 3 a Grande Sud).
Cracolici ha inoltre ricordato che l’attuale Consiglio di presidenza è stato “allargato”, aumentando il numero dei propri componenti, proprio per accogliere i rappresentanti dei diversi gruppi parlamentari: “Si apre un precedente grave – ha concluso – il regolamento dell’Ars si applica per qualcuno, ma non per tutti”. “Scandaloso” anche per l’altro deputato Pd, Filippo Panarello: “Una legislatura iniziata all’insegna del rigore e della riduzione dei costi della politica, alla prima occasione vira verso lo sbracamento determinando un aumento dei costi del tutto ingiustificato”.
In serata il vice presidente vicario dell’Assemblea Regionale Siciliana Antonio Venturino ha smentito la voce secondo cui c’è stata unanimità del voto. “Io ho detto di no, in aderenza alla logica del Movimento 5 Stelle. Continuerò a lavorare per rendere lo streaming delle sedute una realtà anche per il consiglio di Presidenza, proprio per evitare simili incomprensioni e rendere sempre più la sede dell’Ars come un palazzo di vetro”.