ROMA, 13 MARZO 2013 – Pochi minuti e l’ascesa al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco I, ha già il sapore della rivoluzione ma anche di una grande semplicità. Due elementi che già sono tutti nel nome che ha scelto: Francesco. Un nome che nessuno, fino ad oggi, aveva mai osato portare perché di Francesco d’Assisi.
Primo a chiamarsi Francesco ma anche primo latino-americano e primo gesuita a diventare Pontefice. Nominato cardinale da Giovanni Paolo II, è nato a Buneos Aires nel 1936 ma ha origini italiane, in particolare piemontesi. Il bisnonno è astigiano, di Bricco Marmorito di Portacomaro, uno dei sei figli, Giovanni Angelo Bergoglio, si trasferisce a Torino, dove nasce il padre del nuovo pontefice. È lui che sceglie di emigrare in Argentina dove nasce Jorge Mario Bergoglio che non dimenticherà la sua origine. Nel 2003 ha visitato Bricco Marmorito, incontrandosi con alcuni cugini.
Semplice, timido, attento ai più poveri, lo descrive chi lo ha conosciuto. Esemplare, oltre alla sua abitudine di andare in autobus e metropolitana, l’aneddoto di quando fu ordinato cardinale nel 2001. I suoi fedeli argentini avevano organizzato una grande colletta per essere presenti a Roma. Lui gli impose di restare in Argentina e a donare i soldi ai poveri. Diplomato in chimica, per mantenersi agli studi fece anche il buttafuori in un locale.
Tifoso del San Lorenzo de Almagro, società del quartiere Boedo di Buenos Aires, una polisportiva famosa soprattutto per la sua squadra di calcio, colori rosso e blu a strisce verticali, fondata da un salesiano. “Papa Cuervo”, il saluto sul sito del San Lorenzo, che pubblica la foto del vescovo Bergoglio con il gagliardetto del club e lo chiama col nome che i suoi supporter più calorosi si danno, corvi.
E il papa ha già ricevuto gli onori di due campioni del calibro di Maradona e Messi mentre i giornali argentini salutano la “vittoria” di Bergoglio proprio accostandola a quelle dei due assi argentini del football. La sua semplicità è già evidenziata nelle parole di saluto di Barack Obama, Giorgio Napolitano e del presidente argentino Fernandez De Kirchner.
Tutti i fedeli sperano che la sua semplicità vinca su ben altri corvi, e sugli altri mali vaticani. Un segno, singolare, l’ha visto chi aveva gli occhi puntati sul comignolo della Sistina prima della sua elezione. Un gabbiano ha scelto di fermarsi lì sopra per un bel po’. È volato via poco prima della fumata bianca che ha salutato il nuovo “Vescovo di Roma che viene dalla fine del mondo” da uno dei tanti Sud del nostro pianeta.