Naro, indagate 12 persone per truffa aggravata ai danni dello Stato

di Redazione

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Naro, indagate 12 persone per truffa aggravata ai danni dello Stato

| martedì 12 Marzo 2013 - 09:14

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AGRIGENTO, 12 MARZO – Un’azienda del settore della fabbricazione di articoli tessili di Naro, in provincia di Agrigento, avrebbe incassato in modo illegale finanziamenti pubblici per circa 4,5 milioni di euro.

 

Lo hanno scoperto i militari della Guardia di Finanza di Canicattì. Dodici persone sono indagate con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso. L’operazione è stata denominata “Filo d’Arianna“.

Gli indagati sono anche accusati di danno erariale alla Procura Regionale della Corte dei Conti.

 

Oltre i soci dell’impresa, sono stati fermati due funzionari dell’ente responsabile dell’erogazione del finanziamento e numerosi imprenditori, tra i quali i rappresentanti legali di tre società per azioni con sede, oltre che in Sicilia, in Piemonte, Lombardia e Toscana

 

 

Nello specifico, i finanzieri hanno accertato l’indebita percezione di agevolazioni finanziarie, pari a circa 3 milioni di euro, previste dal patto territoriale per la Sicilia centro meridionale (legge 662/96), relative a fondi statali stanziati proprio per finanziare progetti tesi a favorire l’occupazione in aree disagiate.

L’azienda narese avrebbe intascato circa 3 milioni di euro per avviare un impianto destinato alla tintura di tessuti a maglia, che avrebbe dovuto impiegare circa 30 lavoratori. Le indagini delle fiamme gialle hanno dimostrato che, diversamente a quanto certificato dall’impresa, l’opera non era stata mai realizzata.

 

I sistemi di frode utilizzati sono stati molteplici: la presentazione di titoli di spesa falsi, l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, l’ottenimento di più agevolazioni finanziarie per un medesimo bene. È emerso infatti come, rendicontando lo stesso bene in due distinti progetti, l’impresa avesse ottenuto un ulteriore contributo comunitario pari a circa 440.000,00 €.

 

Non solo: l’azienda narese era riuscita ad ottenere indebitamente, attraverso la presentazione di documentazione non veritiera, anche la concessione di un’ulteriore quota di finanziamento di circa 1,5 milioni di euro, la cui effettiva erogazione è stata bloccata solo grazie all’intervento degli organi inquirenti, che hanno anche informato il Ministero dello Sviluppo Economico per l’avvio dell’iter procedurale finalizzato alla revoca e restituzione, da parte del soggetto beneficiario, di quanto indebitamente percepito.

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