PALERMO, 11 MARZO 2013 – Ancora uno stop alla distruzione delle registrazioni delle telefonate fra Nicola Mancino e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intercettate durante le indagini sulla trattativa Stato-mafia. Dopo che in febbraio fu il maltempo a bloccare le procedure, adesso arriva la decisione della Cassazione.
La Suprema Corte ha, infatti, dichiarato l’ammissibilità del ricorso presentato dagli avvocati di Massimo Ciancimino. I legali contestano la decisione di procedere alla distruzione dei nastri senza il contraddittorio tra le parti. Il ricorso verrà adesso valutato nel merito dalle sesta sezione della Cassazione il 18 aprile. Dopodomani, dunque, non verrà cancellato nessun nastro. Secondo i difensori di Ciancimino, Francesca Russo e Roberto D’Agostino, dalle telefonate si potrebbero ottenere elementi utili per il loro assistito e dunque il provvedimento lederebbe i diritti di difesa del figlio dell’ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino. Le intercettazioni aprirono uno scontro istituzionale tra il Quirinale e la Procura di Palermo. Il conflitto di attribuzione sollevato davanti alla Consulta diede ragione al Colle con la successiva decisione di distruggere le intercettazioni.