PALERMO, 11 MARZO 2013 – È il giorno della direzione regionale del Pd, l’occasione più attesa per fare il punto della situazione dopo le politiche e prima delle amministrative. La prima sensazione è che ci sia ancora qualche mal di pancia, soprattutto nei confronti del Megafono di Crocetta con cui evidentemente bisogna trovare le giuste misure.
La prima frecciata, a leggere tra le righe, è di Giuseppe Lupo, segretario regionale. “Il Pd alle politiche è cresciuto di 5 punti percentuali rispetto alle regionali – ha detto Lupo all’Hotel San Paolo di Palermo – anche se purtroppo, nel meridione, non ha ottenuto in nessuna regione il premio di maggioranza”.
“Non dobbiamo dimenticare – aggiunge Lupo – che le liste a noi collegate hanno ottenuto risultati pessimi, quindi abbiamo dovuto fare tutto da soli”.
Mentre il segretario Lupo continua la sua relazione introduttiva, si susseguono i mormorii tra il pubblico, nella base. Cenni di dissenso arrivano soprattutto quando Lupo parla di partecipazione, condivisione e giovani.
Uno sguardo di Lupo anche alla situazione politica nazionale. “La risposta di Grillo alla proposta del Pd è stata assolutamente negativa. Ma Grillo vuole soltanto condurre un gioco allo sfascio – chiede Lupo – o vuole assumersi la responsabilità della governabilità di questo paese?”.
E tornando alla politica regionale e al cosiddetto “modello-Sicilia”, Lupo dice la sua sul pacchetto di riforme proposto la settimana scorsa dal presidente della Regione.
“Crocetta l’ha chiamato pacchetto-tsunami, ma la verità è che ha visto soprattutto noi come protagonisti. Lo stesso Movimento 5 Stelle ha dovuto riconoscere che la proposta del Pd per la riforma delle Province era il testo giusto su cui convergere. E ora dobbiamo mettere dei paletti. Non più di 9 liberi consorzi in Sicilia: altrimenti rischiamo di peggiorare la situazione siciliana”.
Quando Antonello Cracolici, ex capogruppo del Pd all’Ars, sale sul pulpito, non bisogna aspettare tanto per sentire le prime stoccate al segretario Lupo: “Ma come si fa a pensare di cambiare la legge elettorale a poche settimane dal voto? Con un dibattito tra l’altro ancora tutto da costruire… Sono soltanto scuse e paraventi. Dobbiamo pensare a salvare il salvabile”.
“Ci spaventiamo adesso di Grillo, ma l’errore l’abbiamo fatto noi: i grillini – dice Cracolici – sono in Ars, erano già a ottobre un fenomeno, ma noi ci siamo lasciati accecare dal fatto che avevamo vinto le elezioni regionali con Crocetta. E ora continuiamo a perderci in discussioni sterili. La domanda è: che ruolo deve avere il Pd? Il Pd non è il partito che deve subire gli altri, che subisce la riforma delle Province. Il Pd deve essere il partito del cambiamento senza se e senza ma, senza dover subire”.
Il Governatore della Regione, che è arrivato in ritardo per avere partecipato a Roma al vertice sul Muos con il presidente del Consiglio Monti, non le manda a dire.
A Lupo che parla di “politica dei proclami”, con un nemmeno tanto velato riferimento all’alleato, Crocetta risponde con una illustrazione dettagliata dei provvedimenti presi nella gestione della macchina amminiatrativa: “La Regione sta facendo un’operazione di vera rottura con il passato, altro che annunci, proclami e facciata. Capisco che a voi piaccia fare discorsi vani sul passato – dice il governatore a chi lo contesta dalla sala – ma a me non me ne è mai fregato niente!”.
E Crocetta continua, difendendo il proprio lavoro: “Con le rotazioni siamo stati un po’ dittatoriali, ma allo stesso tempo fin troppo buoni: in alcuni casi ci sarebbe stato da licenziare. E il risultato qual è stato? Che il Pd ha preso il 5 per cento in più alle elezioni nazionali rispetto alle regionali. E capisco che a volte non siamo riusciti a raccordarci, ma io sono travolto dall’amministrazione”.
Sulla inchiesta “Fake”, che a Patti ha coinvolto alcuni esponenti del Pd messinese, il segretario Lupo dice: “Il Pd ha fatto bene a sospendere tutti gli iscritti coinvolti. Seguiamo con attenzione le indagini della Procura”.
E sulla possibilità che Maria Tindara Gullo si iscriva, una volta insediata, al gruppo misto, Lupo temporeggia: “È una decisione che prenderemo più in là”.
Lupo affronta quindi il tema della possibile riforma della legge elettorale a livello locale. “Tre i punti a mio parere fondamentali: doppia scheda per sindaco e consiglieri, preferenza di genere e nuovi tetti per la previsione del doppio turno”.
Su quest’ultimo punto, in particolare, il segretario ha spiegato che “anche in termini di taglio ai costi della politica, sarebbe utile alzare a 25 o 30 mila abitanti la soglia per prevedere il doppio turno nei Comuni”.
Continua intanto lo scontro tra Luca Spataro, segretario provinciale dimissionario di Catania, e i vertici regionali del Pd.
“Dire no alle primarie per scegliere il candidato sindaco per Catania – dice Spataro – è un gravissimo errore. Legittimare le nostre scelte attraverso la partecipazione popolare è necessario per essere all’altezza delle sfide che ci impone il Movimento 5 Stelle”.
E il segretario Giuseppe Lupo, apre una porta: “Le primarie sono nel nostro statuto, ma devono essere decise da tutto il partito. Non possono essere imposte da una minoranza. Se c’è una maggioranza qualificata sulla scelta di un candidato le primarie possono anche non svolgersi”. Frase che va interpretata: l’Udc infatti è favorevole alla candidatura di Bianco mentre Crocetta, che anche stavolta potrebbe diventare l’ago della bilancia nelle scelte del Pd, non si è ancora espresso.