PALERMO, 28 FEBBRAIO 2013 – Diciassette deputati regionali, in carica tra il 2005 e 2006, sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire l’erario per 11 milioni 882mila 862 euro: sono il governatore dell’epoca Totò Cuffaro, alcuni componenti della Giunta di Governo e della Commissione Sanità dell’Ars.
Si tratta del cosiddetto “scandalo Sise”, dal nome della società interamente partecipata dalla Croce Rossa Italiana che ha gestito fino al 2010 (adesso c’è la Seus) il servizio di emergenza attraverso una convenzione con la Regione siciliana: in piena campagna elettorale, tra il 2005 e il 2006, furono assunte in massa 1200 persone tra barellieri, autisti soccorritori e amministrativi, che sono entrati a far parte del 118 sul territorio regionale, facendo lievitare enormemente i costi del servizio. Una vicenda che allora sollevò un vespaio di polemiche in quanto fu considerata un’operazione clientelare.
Secondo la Procura della Corte dei Conti, come riportato oggi dalla Gazzetta del Sud, non ci sarebbe stata, in quella fase, “nessuna esigenza funzionale” di potenziamento che giustificasse l’acquisto di nuove ambulanze e l’assunzione di ulteriore personale. Inoltre, è stato accertato che tra gli assunti ci sarebbero alcuni corsisti del Ciapi, l’ente di formazione al momento in piena bufera che il presidente Crocetta ha deciso di chiudere.
Ieri pomeriggio, i giudici della Sezione giurisdizionale di appello della Corte dei Conti (presidente Salvatore Cilia, consigliere relatore Valter Del Rosario, consiglieri Luciana Savignone e Salvatore Cultrera) hanno clamorosamente ribaltato il verdetto di primo grado accogliendo parzialmente – danno erariale non di 37 milioni ma di quasi 12 – l’appello della Procura regionale. Non esistendo un giudizio di terzo grado su questi temi, i deputati siciliani saranno costretti a pagare.
Dovranno restituire 729 mila 877,88 euro ciascuno l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro; Francesco Cascio, già presidente Ars e attuale deputato a Sala d’Ercole; Antonio D’Aquino, Mario Parlavecchio, Giovanni Pistorio, Francesco Scoma, all’epoca assessori regionali; Giuseppe Arcidiacono, Giuseppe Basile, Giancarlo Confalone, Salvatore David Costa, Nino Dina, Santi Formica e Angelo Moschetto, tutti nella qualità di componenti la Commissione Ars.
Condannati invece a risarcire 598 mila 612,38 euro ciascuno Michele Cimino, Fabio Granata, Carmelo Lo Monte e Innocenzo Leontini, nella qualità di assessori.