PALERMO, 27 FEBBRAIO 2013 – Province sì, province no. È questo, insieme all’approvazione del Bilancio, il tema politico che terrà banco all’Assemblea Regionale Siciliana. Mancano tre mesi alla data delle elezioni amministratrive ma ancora non è chiaro se per quella data le Province esisteranno ancora.
Le forze politiche già si danno battaglia: da un lato c’è il Movimento 5 Stelle che ha già manifestato la propria posizione netta – quella di abolirle senza se e senza ma – e che lascia intendere che per raggiungere l’obiettivo seguirà la stessa tattica adottata per bloccare il Muos; dall’altro lato ci sono le mediazioni politiche fra le varie forze parlamentari.
La Commissione Affari istituzionali dell’Ars, presieduta dal deputato regionale di “Democratici riformisti per la Sicilia”, Marco Forzese, si è riunita per discutere del riordino degli enti territoriali, ma non si è arrivati ad alcuna conclusione per via dello scontro, senza vincitori al momento, tra chi vuole abolirli e chi chiede semplicemente una riorganizzazione.
“Stiamo tentando di uniformare i disegni di legge presentati per riformare le Province – afferma Forzese – con l’idea di partire da un testo base elaborato dagli uffici, su iniziativa della commissione, che non preveda la soppressione, bensì la riduzione dei costi e l’aumento delle competenze”.
Forzese incontrerà il presidente Crocetta per chiedergli di “posticipare a ottobre le elezioni per il rinnovo dei consigli e dei presidenti di provincia”.
Su proposta di Santi Formica, capogruppo di “Lista Musumeci”, è stata rinviata a domani la prosecuzione della discussione in corso alla Prima Commissione. “Abbiamo sventato – ha detto Formica – il tentativo subdolo portato avanti da Udc, parte del Pd, dai grillini e dal Mpa, di rinviare sine die il turno elettorale di maggio, con l’evidente scopo di abolire definitivamente le stesse Province, sulla falsariga dell’indirizzo nazionale, commissariando nel frattempo tutti e nove i consigli provinciali”. Secondo l’ex vice presidente dell’Ars, è un vero e proprio attacco alla democrazia l’idea di sostituire le Province con un altro organismo che mantiene i costi e le funzioni, con la sola differenza che anziché essere i cittadini ad eleggerlo sarà il governo a nominarlo”.
Sul tema continuano a susseguirsi gli interventi degli esponenti politici dei diversi partiti, dei diversi schieramenti, delle diverse opinioni. Ma una conclusione della vicenda appare lontana.
Anche perchè sulla vicenda grava anche la denuncia al Tar di Palermo dell’Associazione siciliana per l’Open Government, presieduta dall’ex assessore Gaetano Armao. Nell’esposto si chiede l’annullamento, previa sospensione, della delibera della giunta regionale che ha fissato le elezioni per il 26 e 27 maggio prossimo, “prescindendo del tutto dai necessari interventi di contenimento dei costi della politica e riordino delle Province”.