PALERMO, 26 FEBBRAIO 2013 – Dopo una giornata di speculazioni, instant poll, previsioni e scrutini, proviamo a ricapitolare il tutto e vedere chi ha vinto e chi ha perso.
Il PD: per vincere ha vinto, ma con un più 0,5% alla Camera e con tre seggi in meno rispetto al PDL in Senato, esce ridimensionato dalle elezioni che avrebbero dovuto stroncare il centro-destra. Un’occasione persa. Voto 6-
GRILLO: ha sbancato in Sicilia, dove i “grillini” hanno avuto modo di farsi conoscere all’Ars, ma anche il resto d’Italia ha premiato il comico genovese, ormai politico affermato. Bolla come falliti Berlusconi e Bersani e promette onestà in politica. E a chi ha ancora dubbi sull’effettiva validità di un comico in parlamento, ricordiamo che negli Stati Uniti un attore-culturista pieno di steroidi è diventato Governatore della California… Voto 8
BERLUSCONI: prende un partito morto e sepolto e lo riporta in vita come un novello messia. C’è chi lo odia (tanti) e gli addebita la colpa della crisi italiana, della scarsa opinione che hanno gli altri Paesi di noi, della fame del mondo e dei disturbi aerofagici. C’è chi lo ama (altrettanti, secondo quanto si evince dalle votazioni, anche se costoro a domanda precisa non l’ammetteranno mai), e pensa che riuscirà a restituire l’IMU a tutti gli italiani, a risolvere i problemi occupazionali, a sfamare le popolazioni e a guarire tutti quelli che soffrono di aerofagia. Tutti, comunque, non possono che alzarsi per la standing ovation. Chapeau. Voto 8,5
BERSANI: se da un lato il PD ha vinto, dall’altro Bersani ha perso, senza se e senza ma. Afflitto da mutismo durante la campagna elettorale, intento più a smacchiare giaguari che a trovare elettori, come alcuni suoi predecessori ha quasi compromesso una partita vinta in partenza. Voto 5
MONTI: pur riuscendo a entrare in Camera e Senato, l’ex premier non può non notare che i suoi numeri, e soprattutto quelli dei suoi alleati, sono di molto al di sotto delle aspettative. Con le scelte impopolari, pur necessarie, fatte durante il suo governo tecnico, c’è da dire che era difficile fare di più, anzi, è già un successo essere arrivati fin qui. Se mai ce ne fosse bisogno, un dato è chiaro: gli italiani non lo vogliono. Voto 4,5
IL POPOLO ITALIANO: con questi risultati vince l’ingovernabilità e perdono gli italiani. Lo spread si impenna, le borse affondano e c’è chi inizia a parlare di Italia come la Grecia (indovinate un po’ chi? La Germania, naturalmente). Si tornerà presto alle urne? Probabile. Ma gli assenteisti di questa tornata, che hanno così perso il diritto a lamentarsi della politica, sono pregati di recarsi alle urne, altrimenti il risultato non cambia. Voto 2
INGROIA – GIANNINO: Metterli tra gli sconfitti sarebbe troppo semplice. Ingroia perde anche nella regione, la Sicilia, dove era sicuro di ricevere la maggior parte dei voti. Giannino non l’hanno votato neanche i parenti stretti, risentiti probabilmente dai regali fatti per la laurea fasulla. Non classificabili