PALERMO, 26 FEBBRAIO 2013V – Il Movimento 5 Stelle sotto stimato e un distacco notevole tra la coalizione di centrodestra e la coalizione di centrosinistra: questa era la previsione degli exit poll pochi minuti dopo la chiusura dei seggi elettorali. Queste previsioni, in realtà, confermavano le informazioni delle indagini di due settimane prima raccolte dai vari istituti specializzati in sondaggi d’opinione.
La storia si ripete e anche in queste consultazioni elettorali il dato reale si è allontanato notevolmente dalle opinioni raccolte telefonicamente e intervistando gli elettori all’uscita dalle urne.
Sono gli indecisi che hanno spostato gli equilibri. E se a due settimane dal voto gli indecisi erano ancora oltre il 30 per cento, nei due giorni delle elezioni appena trascorsi la forza politica che sembra avere raccolto più consensi da questo bacino è il partito di Grillo, il Movimento 5 Stelle.
Due sono i fattori che generano la frequente inaffidabilità degli exit poll: la poca accuratezza con cui viene creato il campione su cui vengono calcolate le percentuali e la paura di sconfessare un dato che sembrava ben affermato solo sino a pochi giorni prima.
La costruzione di un campione segue regole ben precise: il campione deve contenere un numero minimo di mille casi, con una percentuale precisa di uomini e di donne e una distribuzione precisa tra le varie fasce d’età.
Ma queste misure ancora non bastano, perché la rappresentatività deve essere garantita anche dalla distribuzione della popolazione residente.
Non tutti vivono in metropoli da un milione di abitanti e non tutti vivono in Sicilia, Lombardia o Lazio; quindi, perché una statistica possa garantire una certa precisione questi aspetti non possono essere ignorati.
Dunque, i dati da chiarire sono: quante persone sono state intervistate? Quante hanno accettato di rispondere? Che caratteristiche anagrafiche e di genere possiedono gli intervistati? Dove sono residenti?
Se queste caratteristiche rispecchiano proporzionalmente la demografia italiana, il dato sarà sicuramente più affidabile. Ma pur sempre di una proiezione si tratta e quindi un certo margine di errore agli statistici va concesso.
*Alessio Colli è data manager in una società di indagini di mercato e d’opinione tedesca con sede a Palermo