PALERMO, 23 FEBBRAIO 2013 -Scivolano sull’erba bagnata del Barbera le ultime briciole di speranza del Palermo. Ancora una volta, e sempre contro una diretta concorrente, i rosa falliscono l’appuntamento con la vittoria e si vedono sbattuta in faccia la più crudele delle realtà: l’ultimo posto e tutt’altro che immeritato.
Malesani mette in fila il terzo pareggio consecutivo, ma la sua imbattibilità è direttamente proporzionale alla inutilità di questo primato. La sensazione di impotenza è massima, il morale è appesantito da una crisi che sembra irreversibile.
Una partita da dentro o fuori. Non ha alternative il Palermo che deve ritrovare la vittoria per continuare a sperare nella salvezza. Sulla sua strada la più forte delle squadre invischiate nella zona bassa della classifica, grazie a Ballardini – imbattuto nelle quattro uscite con il suo Genoa- .
E’ imbattuto anche Malesani, ma i due pareggi con Pescara e Chievo hanno lasciato il retrogusto amaro delle occasioni sprecate.
Palermo che ritrova Miccoli, unico terminale offensivo, assistito dal rientrante Ilicic e da Fabbrini, l’unico (assieme a Sorrentino, ovviamente) degli acquisti di gennaio ad avere conquistato incondizionata fiducia. Solito centrocampo a tre, un reparto da battaglia che, tuttavia, sconta l’inferiorità numerica provocata dalla decisione di Ballardini di rinunciare ad un attaccante e potenziare la linea mediana. La partenza è rosa ma senza foga, il pressing è accennato e imperniato su Barreto. Pochi gli sbocchi sulle fasce perchè nè Munoz nè Garcia sono in condizione di proporre slanci offensivi. E la penetrazione centrale risulta particolarmente complicata perchè la barriera genoana è nutrita e ben protetta da una efficace cerniera sulla trequarti.
Se il Palermo ci mette l’anima, il Genoa da parte sua non fatica ad imporre il suo schema tattico prediletto. Se si lancia lungo, Borriello è ancora in grado di far valere le sue qualità sia nel gioco di sponda che nel creare varchi centrali per gli inserimenti da dietro. E proprio Borriello, in una delle rare varianti offensive, a trovarsi spalancata la strada verso Sorrentino dopo un gioco a tre con Vargas e Bertolacci. La conclusione a botta sicura trova la straordinaria opposizione del portiere rosa.
Il Palermo si affida alle folate di Kurtic e Ilicic per scavalcare il muro di centrocampo ligure. In un paio d’occasioni il gioco riesce ma gli esiti non sono stati confortanti.
Miccoli si allarga sul fronte sinistro ma il ritmo delle giocate è lento per cui la difesa avversaria non fa fatica a chiudere lo spazio centrale.
Orsato, impeccabile in ogni decisione, grazia il Palermo al 45′: Borriello sposta Aronica e lo spiovente di Bertolacci finisce sui piedi di Rossi, falciato da Garcia a pochi metri dalla porta.
Malesani tira un sospiro di sollievo e si prende i suoi regolamentari 15 minuti per riflettere sulle sue scelte offensive. Senza una vera punta centrale essere prevedibili e banali è quasi scontato. E se Fabbrini e Ilicic sembrano insostituibili, è anche vero che Miccoli è l’unico che possiede la giocata vincente che spesso consente di sbloccare partite come questa. Un rebus che andrebbe risolto con coraggio, magari portando Ilicic sulla linea dei centrocampisti.
Venti minuti scarsi della ripresa per partorire il cambio che frutta i primi fischi palermitani a Malesani: fuori Fabbrini e dentro Boselli, tema tattico che cambia di poco. Sembra quasi che Malesani consideri il campèionato appena cominciato tanto è scarsa la dose di coraggio riversata sul campo. Se era necessario un punto di riferimento centrale – cosa che Miccoli non sarà mai neanche nella sua imrpobabile reincarnazione- l’assenza di Fabbrini toglie l’unico sbocco esterno al gioco del Palermo. E, cosa di non poco conto, libera Antonelli e Vargas da compiti di marcatura.
E solo un intervento di Frey, strepitoso quanto fortuito, nega proprio a Boselli il primo gol in rosa. Azione in verticale sulla sinistra, Ilicic taglia fuori la difesa con un colpo a giro depositando sui piedi dell’argentino il più scontato degli assist. La deviazione di Boselli è puntuale quanto centrale la traiettoria indirizzata sullo stinco del portiere genoano.
Poi, pochi minuti dopo, ci pensa Aronica a implementare le imprecazioni di Malesani e compromettere i cambi residui e il finale di partita. Uno scomposto intervento su Borriello gli frutta il secondo cartellino giallo.
Ballardini prova a sfruttare il vantaggio, modificando l’assetto con gli innesti di Bovo, Pisano e Immobile, tre giocatori, per un verso o per l’altro, legati alla recente storia del Palermo. E se per i primi due non ci sono rimpianti, la vicenda Immobile richiama il contestato mercato invernale. E con esso la sciagurata conduzione societaria che ha trascinato il Palermo verso una B quasi inevitabile.