PALERMO, 22 FEBBRAIO 2013 – Una Pupa siciliana che si libera dalle catene e dai fili che la legano alle mani del puparo. Questa è l’immagine forte che “Mis Lab” ha scelto di mostrare ai mercati nazionali ed esteri come segno del nuovo mood stilistico del fashion dell’Isola. La “Pupa” è la bellissima Barbara Tabita.
Il messaggio sintetizzato artisticamente in uno spot che vede la bella attrice come protagonista e “art director”, sarà trasmesso, dal 23 al 25 febbraio, in anteprima al Milano pret-à-porter, una delle fiere che fanno parte del programma di internazionalizzazione dell’Assessorato Attività Produttive della Regione Siciliana e finanziato dall’Unione Europea. “Mis Lab”, laboratorio di moda del Made in Sicily, è stato ideato dall’associazione Stilisti e marchi moda di Confcommercio come strumento di marketing operativo a supporto di un gruppo di aziende siciliane attive nel settore del tessile.
Il corto della durata di tre minuti, che nella settimana della moda milanese sarà proiettato sui maxi schermi allestiti davanti ai teatri cittadini Elfo Puccini di corso Buenos Aires, e Carcano in corso di Porta Romana, è stato realizzato dal fotografo milanese Giorgio Scola, già regista di video musicali e prodotto dall’event manager palermitano Maurizio Cosentino. La liberazione e la fuga della protagonista sono il simbolo della conquista di un proprio stile, svincolato dallo stereotipo della donna e delle produzioni stilistiche siciliane. Lo stylist Andrea Amara, attraverso un’accurata ricerca di gioielli antichi e abiti moderni, ha saputo rappresentare l’idea della liberazione dell’Angelica-Tabita: da costumi d’epoca rigidi e costrittivi a sperimentazioni sartoriali, linee sensuali o geometriche e tecniche e accorgimenti assolutamente moderni.
In linea con lo stile di Mis Lab sono le collezioni delle dodici aziende che prenderanno parte all’evento milanese, punto di riferimento mondiale del settore: La vie en rose, griffe palermitana presente nel mercato dagli anni Settanta che si distingue per lo stile sempre attuale e dinamico della sua collezione di pret-a-porter, venduta in Italia e all’estero; il sole tentacolare simbolo de Le cose di Eugenio Vazzano, artista di Melilli (Siracusa), che firma i suoi capospalla con fodere patchwork in ritagli di sete coloratissime e diverse; le “borse che lasciano il segno” , accessori in pelle di Giuseppe Farina dedicati ai simboli dello zodiaco riprodotti con Swarovski; l’atmosfera delle isole Eolie evocata da “A’biddikkia” di Panarea, con sede a Lipari, con tutto il brio e lo splendore della mondanità estiva dei luoghi evocati nei propri capi, apprezzati anche negli Emirati Arabi; le originali collezioni di monili anticrisi “Non vale una lira” di Irene Ferrara ispirate al decadimento della società e alle nostalgie verso il vecchio conio italiano, con una moneta da 50 lire attorniata da preziosi cristalli; i pregiati capi in lino di Bellino, azienda della famiglia Valenti, palermitana, di recente fondazione ma di alto e positivo riscontro; gli audaci accostamenti di Shockaccessory di Antonio Capuano da Piazza Armerina, che unisce le pelli pregiate toscane a materiali come il saffiano (vacchetta stampata), tamponato e sauvage; le ” prossime mamme ” glamour di F.Mom, collezione pluripremiata per aver proposto il primo abito pre-maman di lusso, riconfigurabile sia nelle taglie che nello stile. L’azienda, nata come progetto universitario, è uno spin-off di una idea dell’Accademia di Palermo che ha trovato attuazione nello slancio imprenditoriale del palermitano Manfredi Brucculeri; le forme geometriche di VueduFactory, dell’architetto palermitano Daniela Vinciguerra, via di mezzo tra abito e opera d’arte da cui trae ispirazione. I nomi delle collezioni, non a caso citano Malevic, Fontana, Arp, Calder e gli artisti contemporanei dell’avanguardia astrattista; i “grembiuli” di maglia peculiarità di Marianna Vigneri, morbidi ed eleganti, ciascuno con un fiore diverso realizzato con ritagli di stoffa; i decori della restauratrice d’arte Rosa Anna Argento, con scialli, abiti e accessori dipinti a mano come tele e chiamati Mamelucchi, Liberty, Igea e Serpotta. Chiude il gruppo Vito Petrotta Reyes in arte Vitussi, erede di una tradizione familiare legata alla moda ed innovatore con le sue borse che si illuminano grazie a led interni e che ricaricano la batteria del telefono e ecologista con abiti riciclati da tessuti per interior e home design.