PALERMO, 22 FEBBRAIO 2013 – Un elenco lungo e tristissimo. Dall’inizio dell’anno ad oggi i morti sulle strade siciliane stanno scrivendo un elenco tragico e doloroso. Che purtroppo non si arresta.
Ieri l’ultimo incidente mortale, in cui ha perso la vita Alessandra Collica, 35 anni, palermitana.
È lei l’ultima vittima di una lunga scia di sangue, in meno di una settimana altri due morti: Gaetano Collura, 48 anni, ha perso la vita sulla Palermo-Agrigento nello scontro frontale con un autocompattatore, Marco Ciulla, 21 anni, era con un amico lungo la Palermo-Catania quando la sua auto ha sbandato capovolgendosi nei pressi di Enna.
Due vittime in un solo giorno, il 14 febbraio: ad Agrigento, sul lungomare di San Leone, Armando Giglia, 27 anni, era a bordo del suo ciclomotore quando si è scontrato con un’auto. Le ultime foto postate sul suo profilo Facebook erano state scattate pochi minuti minuti, ritraevano il mare in tempesta.
Poche ore prima Gaetano D’Angelo, 35 anni, perdeva la vita nello scontro con un tir lungo la Palermo-Sciacca. Sulla stessa strada, solo due giorni prima, Claudio Sutera, 21 anni, restava vittima di un incidente analogo.
Se continuiamo a scorrere questo tragico elenco troviamo altri nomi, altri dolori, altre famiglie distrutte. Cesare Vaccaro, 36 anni, aveva una moglie e due bambini piccoli. La sua vita è finita contro un palo della luce, a Petrosino. Aveva tutta una vita davanti Lorena Gianbirtone, 17 anni, morta a Catania, nel quartiere di San Giovanni Galermo, così come Mattia Catalano, 18 anni, morto a Fiumefreddo.
E troppo spesso sono i giovanissimi i protagonisti di queste tragiche pagine: Ivan Di Stefano, 21 anni, è morto a Catania, in un incidente con il suo scooter. Gianluca Fucile aveva 25 anni: è stato investito, sempre a Catania, mentre era a bordo della sua moto. Fiorella Villanova, 28 anni, di San Giuseppe Jato viaggiava lungo la Palermo-Sciacca.
Atroce fine per il farmacista palermitano, Alessandro Salem, 46 anni: la sua auto si è schiantata contro il cancello del Giusino, alla Favorita, prima di prendere fuoco. Il suo corpo è rimasto intrappolato nelle fiamme.
A Bagheria Nicola Gagliano, 57 anni, si è schiantato con la sua moto contro un Suv. Maurizio Schiera, 42 anni, andava a Monreale per la sepoltura del padre quando la sua moto si è scontrata con un’auto.
Non c’è purtroppo una regola, si muore nel centro storico di una città dove i limiti di velocità dovrebbero essere contenuti così come nelle strade superveloci, le cosiddette “strade della morte”, quelle su cui si sfreccia a 180 quando invece bisognerebbe restare ben al di sotto. Si muore su strade poco illuminate, su strade il cui asfalto non è in perfette condizioni, su strade con curve che sfidano le leggi della fisica. E ricostruzioni, testimonianze, rilievi non bastano a placare il dolore che queste morti lasciano in chi resta. Servono però, o almeno dovrebbero servire, a ricordarci una sola regola, basilare: la prudenza. Da parte di tutti, da parte di chi progetta le strade, da parte di chi le realizza, da parte di chi le percorre.