PALERMO, 19 FEBBRAIO 2013 – Laboratori e assessorato regionale della Salute hanno trovato un accordo che sembra soddisfare le parti. Alla fine di una lunga riunione, è stata raggiunta una unanimità che alla vigilia sembrava difficilmente ipotizzabile. Ed è stata scongiurata la serrata dei laboratori.
I laboratori hanno sostanzialmente ottenuto ciò che si erano prefissi: da un lato, come già annunciato nei giorni scorsi, l’assessorato inviterà le Asp a procedere solamente alla quantificazione degli importi, che “se dovuti, verranno recuperati attraverso modalità e tempi comunicati al tavolo sindacale”.
Quel “se dovuti” va messo in relazione a un’altra decisione che è stata prodotta dal tavolo sindacale di oggi. L’assessorato, infatti, su sollecitazione della Federbiologi, ha interessato l’Avvocatura dello Stato chiedendo “un parere sulla situazione giudiziaria amministrativa, oggetto del decreto Borsellino di fine gennaio 2013 che ha reintrodotto il cosiddetto tariffario Bindi, anche alla luce di ulteriori giudizi pendenti dinanzi al Tar del Lazio”. Tradotto: c’è ancora uno spiraglio per l’accoglimento in “zona Cesarini” del ricorso dei laboratori.
La vicenda ormai è nota: quando nel 2007 il Ministero della Salute ha introdotto un nuovo tariffario, i laboratori si sono opposti ottenendo una sospensiva del Tar che, di fatto, ha suggerito all’assessorato di ritornare al vecchio tariffario regionale, più conveniente ai laboratori e meno alla Regione siciliana. Dopo l’esito dei ricorsi, rigettati anche dal Cga, l’assessorato si è trovato costretto ad applicare il tariffario Bindi e a chiedere ai laboratori – con il decreto Borsellino del mese scorso – la restituzione delle somme in più pagate nel corso degli ultimi cinque anni. Per i laboratori un salasso insopportabile.
Altra novità di oggi è che l’assessorato “valuterà l’applicazione della rivalutazione Istat del tariffario Bindi”. Un’altra “carezza” per i laboratori.
È stato anche stabilito che gli aggregati di spesa della specialistica ambulatoriale convenzionata per il 2013 non subiranno decurtazioni se non quello dell’1 per cento previsto dalla legge.