PALERMO, 18 FEBBRAIO 2013 – Gli abitanti di Pantelleria e Lipari rivogliono i punti nascita nelle loro isole e sbarcano a Roma per manifestare contro il piano sanitario che ne prevede la chiusura. I centri sono fermi infatti da due mesi e le donne che devono partorire sono costrette a spostarsi sulla terra ferma.
I residenti delle due isole, sostenuti dalle amministrazioni e da varie associazioni, stanno manifestando a Roma, davanti la sede del ministero della Salute in via Lungotevere a Ripa. Contemporaneamente si stanno svolgendo altre due manifestazioni: una a Palermo davanti all’assessorato alla Salute e una a Pantelleria davanti all’ospedale dell’Isola. Nel capoluogo, i manifestanti consegneranno all’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, una petizione con 1.500 firme per chiedere il ripristino dei punti nascita.
“Da metà dicembre – riporta uno nota diffusa dai manifestanti – le donne sono costrette a partire alcune settimane prima della data presunta del parto e a far nascere i loro bambini sulla terraferma. Questo comporta ovviamente grandissimi disagi, sia dal punto di vista economico che psicologico. Molto spesso vengono fatte partire in elicottero e ogni viaggio costa alla Regione siciliana circa 16 mila euro, i collegamenti d’inverno sono molto difficoltosi”.
Gli isolani contestano il Piano sanitario nazionale che prevede la razionalizzazione dei punti nascita con l’obiettivo della soglia minima di 500 parti all’anno. “Il Piano regionale della salute approvato nel 2011 prevedeva il mantenimento delle deroghe per Lipari e Pantelleria, in quanto zone considerate “disagiate”. Inspiegabilmente però – denunciano – un successivo decreto dell’assessorato ne ha programmato, invece, la chiusura”.