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“Noi, soccorritori di vite umane costretti ad avere paura dello Zen”

PALERMO, 15 FEBBRAIO 2013 – La realtà supera l’immaginazione. Il caso della morte a Palermo della neonata di due mesi e la conseguente devastazione del Pronto Soccorso porta alla luce una vicenda che ha dell’incredibile.

Gli uomini del 118, quelli chiamati a una corsa contro il tempo per salvare vite umane, hanno paura di intervenire allo Zen. Aggressioni, minacce, insulti, perfino furti: ecco cosa li aspetta molto spesso, quando la chiamata arriva da un quartiere (e solo quello, lo Zen, perché nelle altre borgate di periferia tutto ciò non accade) che nelle ultime ore ha alimentato la propria fama con nuovi fatti di cronaca, come la gestione “autonoma” delle case popolari.

Medici, infermieri e autisti soccorritori lo rivelano sottovoce. “E’ un incubo”. Il direttore della centrale operativa del 118 di Palermo e Trapani, Gaetano Marchese, è costretto ad ammetterlo a denti stretti. “Sì, allo Zen abbiamo problemi”.

Oggi l’ennesimo episodio. Dopo la chiamata di soccorso delle 9.21, la prima ambulanza è arrivata alle 9.32, la seconda alle 9.35: intervento inutile perché la bambina era già stata trasportata in ospedale con mezzi privati. Ma nonostante tutto l’ambulanza è stato oggetto di un lancio di pietre che fortunatamente non ha avuto conseguenze, tranne qualche ammaccatura al mezzo di soccorso.

 

Ma i precedenti sono davvero tanti. Qualche volta anche aggressioni fisiche, una volta durante un intervento di emergenza è stata rubata la borsa di rianimazione. Tali e tanti episodi che ormai, quando è possibile, contestualmente all’attivazione dell’intervento di soccorso viene allertata una pattuglia della polizia o dei carabinieri per scortare i soccorritori.

 

Un discorso analogo vale anche per medici e infermieri di turno nei Pronto Soccorso degli ospedali. Nei momenti concitati, quando affrontano l’emergenza di più codici rossi in contemporanea, leggi nei loro occhi la paura, anche il terrore, per quello che potrebbe succedere. Il paziente o i familiari che li accompagnano pretendono quasi sempre di avere una corsia preferenziale, di essere il caso più urgente tra tutti quelli presenti e se aspettano qualche minuto di troppo danno sfogo alla rabbia. Con conseguenze imprevedibili.

 

Insieme al dolore per la morte di un piccolo angelo di soli due mesi, insieme alla umana comprensione per lo sgomento e l’impotenza dei familiari toccati da una simile tragedia, una parola di conforto va spesa anche per i medici che svolgono la loro missione di salvare vite umane (talvolta in presenza di problemi strutturali e organizzativi) e che per passione e mestiere si immedesimano nel dramma altrui.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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