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Palermo, studenti universitari in agitazione: “Tagliate il 70% delle borse di studio”

PALERMO, 14 FEBBRAIO 2013 – Studenti universitari palermitani in stato agitazione a causa della riforma del sistema di erogazione delle borse di studio. “Verrà tagliato il 70% delle borse di studio universitarie”, denuncia Luca Lombardo, leader del Run (Rete Universitaria Nazionale).

“La norme del governo – spiega Lombardo – prevedono inaccettabili “gabbie salariali” per il requisito del reddito massimo di accesso ai benefici. Si parla di 20 mila euro al nord, 17 mila al centro e 14 mila al sud. Queste cifre creano una palese discriminazione nei confronti dei giovani delle università meridionali che porterà una fuga di studenti verso le università del nord”.

Lombardo ha reso noto i risultati di uno studio relativo all’impatto che la riforma del sistema di erogazione delle borse di studio causerà in Sicilia. Per l’anno accademico 2012/2013 nella regione sono iscritti 200 mila studenti, tra i quali 27 mila attualmente idonei al concorso per le borse di studio erogate dagli Ersu di Palermo, Catania, Messina ed Enna. Il nuovo sistema, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 1° marzo, gli idonei precipiterebbero a circa 9 mila unità, ovvero il 70% in meno. “Come se non bastasse – conclude Lombardo – il governo nazionale vuole anche introdurre l’erogazione della borsa di studio in tre rate”.

Gli studenti palermitani hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione e di chiedere all’Assessore regionale all’Istruzione, Nelli Scilabra, e al presidente della Regione, Rosario Crocetta, di farsi carico di contrastare (anche in sede di Conferenza Stato-Regioni) i contenuti della proposta nazionale. Nei giorni scorsi, gli studenti dell’Udu (Unione degli Universitari) avevano manifestato presso la mensa Santi Romano sempre sullo stesso tema.

 

Sulla questione è intervenuto il senatore Giuseppe Lumia, candidato in Sicilia con “Il Megafono”: “Non è accettabile – dice Lumia – qualsiasi riduzione delle risorse per il diritto allo studio, soprattutto se si introducono dei criteri di discriminazione territoriale che penalizzano ulteriormente gli studenti del Centro Italia e del Mezzogiorno. Sono altri i capitoli della spesa pubblica sui quali è possibile fare dei tagli ed altri sono anche i meccanismi su cui intervenire per premiare i più meritevoli e bisognosi. Chiedo, pertanto, al ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, di rispondere con le parole e con i fatti all’allarme lanciato dalle associazioni studentesche”. 

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