PALERMO, 15 FEBBRAIO 2013 – Troppi certificati medici presentati dai dipendenti comunali per certificare la loro impossibilità a svolgere le funzioni alle quali sono stati assegnati. Il sindaco Leoluca Orlando ha detto “basta”.
Così il Segretario Generale ha disposto che sia fatta una “verifica puntuale di tutti i casi, attraverso lo svolgimento delle previste visite nelle Commissioni mediche di verifica presso il Ministero dell’Economia o presso i medici competenti dell’ASP, con cui il Comune ha stipulato un’apposita convenzione”.
Il Comune ha disposto che saranno i singoli dirigenti a verificare, d’intesa con i lavoratori interessati, quale forma di verifica medica debba essere svolta, ma ciò che è certo “è che le stesse visite saranno obbligatorie in diversi casi tra cui l’assenza per malattia per un periodo superiore al limite massimo consentito dal contratto e condizioni fisiche che facciano presupporre una inidoneità permanente assoluta o relativa allo svolgimento di specifiche mansioni”.
Ma la vera novità è che non basterà un semplice certificato rilasciato dal medico curante a determinare la dichiarazione di inidoneità, salvi ovviamente i casi di situazioni acute ed evidenti. Tutti i lavoratori per non svolgere determinati compiti dovranno, di propria volontà chiedere la visita presso l’ASP, in caso contrario saranno obbligatoriamente inviati alla Commissione medica.
“A rendere necessario il provvedimento – spiega in una nota il Comune – il fatto che negli ultimi mesi, esattamente dal mese di settembre, un cospicuo numero di lavoratori oggetto di provvedimenti di assegnazione a nuovi incarichi, tra cui alcuni servizi di pulizia e servizi di cura di uffici e impianti, hanno appunto affermato di non poter svolgere tali compiti per inidoneità fisica”.
“È indispensabile – afferma il Sindaco – tutelare quei lavoratori e quelle lavoratrici che effettivamente hanno un motivo ostativo allo svolgimento di determinati compiti, ma altrettanto indispensabile è chiarire che la legge individua in modo molto preciso quali sono i lavori “usuranti” e quali quelli che non lo sono, individuando parametri e criteri netti per la valutazione dell’idoneità.”
Già nel mese di dicembre e nuovamente nei giorni scorsi, il settore risorse umane dell’Amministrazione ha diffuso a tutti i dirigenti e a tutti gli uffici delle circolari nelle quali sono indicate in modo chiaro le procedure da seguire e le conseguenze derivanti dall’inidoneità fisica. Nel caso in cui infatti un lavoratore risultasse effettivamente non idoneo dovrebbe essere assegnato a mansioni inferiori, con il mantenimento del livello retributivo “mediante un assegno ad personam da riassorbire con ogni successivo miglioramento economico” oppure, in caso di inidoneità assoluta, si dovrebbe procedere alla risoluzione del contratto di lavoro con la sola corresponsione “se dovuta” dell’indennità di preavviso. “Resta ovviamente fermo il fatto – avverte Palazzo delle Aquile – che nel caso di accertate dichiarazioni false, volte soltanto a non svolgere determinate mansioni ritenute non piacevoli, l’Amministrazione dovrebbe procedere secondo le previste procedure disciplinari.