PALERMO, 11 FEBBRAIO 2013 – L’Arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, parla alla sua comunità scossa dalla notizia delle “dimissioni” di Papa Benedetto XVI ma con i giornalisti bolla anche seccamente come “farneticazioni mentali” le tesi del complotto che giusto un anno fa lo tirarono direttamente in ballo in un articolo del Fatto Quotidiano.
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“Siamo tutti esterrefatti e pietrificati dinanzi alla decisione del Santo Padre, che abbiamo appreso con commozione e interiore partecipazione – dice l’Arcivescovo – . Se ci penso, però, più volte, anche nelle interviste, aveva detto che se le sue forze fossero venute meno sarebbe stato giusto che la chiesa fosse stata messa in mani più vigorose. Non possiamo entrare nella coscienza del Santo Padre”.
Poi parla del “complotto”: “La notizia del Fatto Quotidiano, l’hanno detto tutti, è una fandonia, un farneticare. Da ambienti cattolici e non si disse, e lo stesso Augias lo fece, che chiunque leggeva quel documento poteva accorgersi di quanto fosse contraddittorio e sconclusionato. Tutto inventato di sana pianta, farneticazioni mentali”. Per il cardinale Romeo “non c’è nessuna coincidenza tra quel documento e le dimissioni. Vedo solo le bugie dei giornali. E lo continuo a dire. Lo ripeto, una bugia inventata. Andate a chiedere a chi ha scritto quel documento. Io sono un figlio della chiesa, non vado a passeggio per conto mio”.
“Quando si tratta della vita della chiesa – aggiunge il cardinale Romeo – la discrezione è la prima materia. Andare a dire che io abbia parlato del Santo Padre o dei tempi del pontificato è assurdo. Poi, la smentita maggiore viene dal fatto che questo doveva avvenire entro il 2012 e se non sbaglio siamo nel 2013. A meno che non si voglia dire che siamo ancora nel 2012”.
Poi l’Arcivescovo di Palermo torna a parlare del Papa: “L’apertura di quest’anno di fede, il rinnovamento del Concilio Vaticano II, la traccia lasciata sul catechismo della chiesa cattolica e questo suo sforzo infaticabile, navigando sopra tutti i pettegolezzi. Io penso che il suo sia stato un insegnamento luminoso”. “Non dimentichiamo – ha aggiunto – le encicliche e i gesti che lui ha compiuto. E’ stato un maestro della fede. Non ha mai mancato a nessun appuntamento, anche se faticoso. Siamo tutti stupiti”.
Il Papa e la Sicilia, per Romeo un rapporto di grande vicinanza: “Benedetto XVI ha avuto a cuore anche le sorti della Sicilia. Il Santo Padre ci ha concesso due grandi doni. Ha concesso una visita alla Diocesi di Palermo che non era solo per la diocesi ma per tutta l’isola. Poi il 28 giugno dell’anno scorso ha autorizzato la congregazione per le cause dei santi a emanare il decreto che riconosce martire della fede Don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. Lo ha menzionato come un modello da seguire, come un esempio di ispirazione e lo ha indicato ai giovani come qualcuno che ci invita a superare i nostri torpori. E poi qualche mese fa ha avviato il processo di beatificazione di Fra Gabriele Allegra, un altro frate siciliano”.
Infine il possibile successore, alla domanda dei cronisti se il prossimo Papa sarà italiano o straniero, Romeo ha risposto: “Chiedetelo allo Spirito Santo”.