PALERMO, 8 FEBBRAIO 2013 – Bufera nella sanità siciliana. La maggior parte delle strutture sanitarie private, convenzionate con il sistema sanitario regionale, dovranno restituire alla Regione una montagna di soldi. E’ un vero e proprio terremoto nel mondo della sanità che provocherà serie conseguenze sulla vita della maggior parte delle strutture esistenti. La stangata riguarda i laboratori d’analisi e gli studi di radiologia, non coinvolge invece la branca della fisiokinesiterapia.
E’ una vicenda lunga e complessa che risale al 2007. In estrema sintesi: l’assessore per la Salute Lucia Borsellino ha firmato un decreto (pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana) con il quale chiede alle strutture la restituzione di tutte le somme in più erogate negli ultimi sei anni, in seguito all’applicazione di un tariffario diverso. Tradotto in cifre, le strutture dovranno restituire complessivamente svariati milioni di euro e dovranno fare i conti dal 2013 in poi con le tariffe ridotte. Un carico che in pochi potranno sopportare, pur con tutte le dilazioni che potranno essere concesse dall’assessorato.
Anche perché il nuovo tariffario deciso dal Ministero della Salute prevede ulteriori tagli nelle tariffe delle prestazioni da erogare all’utenza.
Queste le tappe della vicenda: nel settembre 2007 l’allora assessore Lagalla firma un decreto che recepisce il cosiddetto “tariffario Bindi”, che penalizza i privati. Partono i ricorsi e nel gennaio 2008 i ricorrenti riescono a ottenere una sospensiva dal Tar: si ritorna dunque al “tariffario Pagano”, dal nome dell’ex assessore regionale alla Salute. Nel gennaio 2011, tre anni dopo, il Tar rigetta nel merito i ricorsi e nel 2012 la bocciatura dei ricorsi viene confermata dal Cga.
L’assessorato regionale ha preso atto della situazione e ha emanato il decreto, pubblicato oggi dalla Gazzetta Ufficiale. Nel decreto si specifica che è “fatto obbligo alle aziende sanitarie provinciali di procedere al recupero nei confronti delle strutture specialistiche delle eventuali maggiori somme erogate rispetto a quelle che sarebbero state corrisposte in applicazione del Decreto assessoriale del 2007”.
Le strutture sanitarie adesso sono sul piede di guerra e stanno preparando una manifestazione di protesta per chiedere una soluzione a un problema che adesso diventa una vera e propria lotta per la sopravvivenza.