PALERMO, 8 FEBBRAIO 2013 – Il caos si trasforma in protesta. I laboratori d’analisi e gli studi radiologici della Sicilia dichiarano lo stato di agitazione e annunciano che dall’11 al 18 febbraio non verranno erogate prestazioni per conto del servizio sanitario regionale. Le strutture dunque resteranno aperte ma solo per prestazioni a pagamento.

La protesta, come anticipato da Si24, è esplosa dopo il decreto assessoriale che prevede il ripristino del “tariffario Bindi” per laboratori e studi radiologici e il conseguente recupero delle somme in più pagate negli ultimi cinque anni.

Comincia dunque un braccio di ferro tra convenzionati esterni e la Regione. In una lettera inviata al presidente della Regione, all’assessore per la Salute e al presidente della Commissione Sanità dell’Ars, le sigle rappresentative dei sindacati chiedono un incontro urgente.

Ma il problema è complesso. Dall’assessorato sostengono che il decreto pubblicato oggi rappresenta né più né meno un atto dovuto dopo il pronunciamento del Tar e del Cga sui ricorsi presentati a suo tempo dai laboratori; dal canto loro gli specialisti sostengono che una simile situazione porterà al collasso del sistema e alla perdita di centinaia di posti di lavoro.
Il presidente della Regione Crocetta e l’assessore per la Salute Borsellino affronteranno la questione nelle prossime ore, è possibile un incontro tra le parti entro lunedì mattina ma i “margini di trattativa” sono scarsissimi.

Secondo indiscrezioni, dall’assessorato faranno di tutto per dilazionare il più possibile il termine per il recupero delle somme, favorendo la rateizzazione (e sarà piuttosto difficile la quantificazione dei crediti, che sarà demandata alle Asp). Ma la chiusura dell’attività verso i pazienti – in qualche modo assimilabile alla interruzione di pubblico servizio – provocherebbe un irrigidimento delle posizioni.