PALERMO, 7 febbraio 2013 – Dirigente di un posto che non c’è. La denuncia è di Francesco Scoma, capogruppo del Pdl all’Ars che punta il dito contro la nomina di Tano Grass, storico “padre” dell’antiracket in Sicilia, che il governatore Rosario Crocetta vuole alla guida di un dipartimento tecnico per il controllo della regolarità degli appalti.
“Devo ricordare al presidente della Regione – dice Scoma – che la riforma della Pubblica amministrazione è stata varata nel 2010 ed entrata in vigore nel 2011 ed in essa non vi è traccia del dipartimento cui egli fa riferimento a proposito di Tano Grasso, una persona che tanto ha dato e continua a dare alla Sicilia e alla Nazione in materia di lotta al racket e alla mafia. E tuttavia – prosegue Scoma – proprio per questo non ritengo giusto utilizzare il ‘nome’ di Tano Grasso a fini sensazionalistici da parte del presidente della Regione”. Scoma indica la strada alternativa: “Se, come annunciato (e solo questo), Crocetta ha intenzione di istituire un nuovo dipartimento che abbia come compito principale quello di controllare gli appalti al fine di evitare abusi e infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, l’unico percorso possibile è quello di presentare una modifica alla legge esistente che dovrà essere discussa e votata dal Parlamento siciliano”.
Contro la nomina e contro le rotazioni avviate dal presidente della Regione, anche il senatore Simona Vicari, commissario provinciale del Pdl, che parla di “una rotazione che nei fatti suona come una sostituzione degli uomini di fede lombardiana, mascherata da alcune nomine altisonanti come quella di Tano Grasso”. Vicari sottolinea i costi dell’operazione: “è fuori di dubbio che Tano Grasso rappresenti una persona di grande qualità e di livello, ma viene da chiedersi se era proprio necessario ricorrere ad una figura esterna all’amministrazione per svolgere questo ruolo. E soprattutto non era stato proprio Crocetta in campagna elettorale che aveva annunciato di voler far ricorso soltanto a personale dipendente, mettendo fine alla prassi dei consulenti esterni? La scelta di un interno avrebbe consentito di risparmiare risorse in una Regione dove sono ben noti i problemi di bilanci”. “La verità – conclude Vicari – è che sono bastati pochi mesi per svelare il vero volto della ‘rivoluzione’ di Crocetta e confermare quello che fin da subito avevamo detto: questo governo regionale farà tanto rumore, tanti annunci, ma alla fine nulla cambierà. Interpreti diversi ma il copione è sempre lo stesso”.