PALERMO, 5 FEBBRAIO 2012 – Due commissioni del Parlamento regionale, Sanità e Ambiente, riunite per ore con esperti di salute pubblica. E il risultato è: “Ci sono tutte le condizioni per fermare per sempre la costruzione del Muos”. Ma il presidente della Regione, Rosario Crocetta, non c’è. E non è presente nessuno della sua Giunta.
Ma una dichiarazione, degna di Ponzio Pilato, del governatore arriva lo stesso: “Non siamo un governo armato – dice. – I lavori per la realizzazione del Muos di Niscemi li deve interrompere la magistratura e non noi. Il governo ha chiesto al Tribunale la sospensione dei lavori. È la Marina militare americana che non ha ancora ottemperato. Io rispetto la legge”.
Ma se è forse comprensibile l’assenza di oggi del governo americano, sia pure invitato “è del tutto inspiegabile e ingiustificata – dice Gino Ioppolo, deputato regionale della Lista Musumeci – l’assenza del governo regionale, che ha scelto il giorno di sant’Agata per riunirsi a Catania, forse per ottenere qualche fotografia tra la folla”.
Dopo aver ascoltato alcuni esponenti della comunità scientifica, che hanno parlato di rischi concreti per la salute pubblica e per l’ambiente a causa delle onde elettromagnetiche del sistema di comunicazioni satellitari, la strada indicata dal presidente della commissione regionale per l’Ambiente, Giampiero Trizzino (M5S), è quella “dell’annullamento con effetto retroattivo delle autorizzazioni della Regione alla realizzazione dell’opera. Basta una firma per fermare il Muos definitivamente. La semplice sospensione non basta, ormai il quadro è chiaro”.
E Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità dell’Ars, parla di “interessi di miliardi e miliardi di dollari intorno al Muos e di ostilità da parte del governo nazionale e degli Usa, che hanno tutto l’interesse a nascondere il grave rischio per la salute dei siciliani, e non solo per i trenta mila abitanti di Niscemi”.
Alla seduta congiunta delle due Commissioni regionali erano presenti anche, nelle vesti di “avvocato del diavolo”, Patrizia Livreri e Luigi Zanforlin, docenti della facoltà di Ingegneria all’Università di Palermo. La Livreri, esperta di onde elettromagnetiche e in passato consulente anche di Finmeccanica, e Zanforlin nel 2011 furono incaricati, dalla società Urs di Milano, controllata dalla Urs Corporation, gruppo internazionale che ha il quartier generale a San Francisco, di dare un parere sulla pericolosità ambientale e sulla salute del Muos.
Il parere reso, in una relazione di una pagina, acquisita agli atti dalla Commissione, fu positivo. Livreri ha difeso il suo lavoro e quello del collega Zanforlin davanti alle commissioni parlamentari e i colleghi del Politecnico di Torino, che avanzano invece dubbi sulla pericolosità del sistema satellitare. “Sono sotto giuramento tecnico – dice Livreri – non posso rivelare informazioni. Avevo provato a contattare Crocetta, ma non sono mai stata richiamata. Adesso, se le commissioni vogliono i dati delle mie relazioni devono fare una richiesta ufficiale. Il Muos, comunque, è un sistema di telecomunicazioni innovativo e “non un sistema d’arma di difesa”, come viene valutato dai comitati “No Muos”. Siamo di fronte a una farsa: se si vuole veramente intervenire, la Regione siciliana discuta della vicenda con lo Stato e l’Unione europea”.
Intanto, domani torna in Aula il Dpef su cui vale ancora il “veto” del M5S, che ha annunciato che non lo voterà fino alla risoluzione della vicenda Muos. “Proprio non comprendo l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle – dice Crocetta da Catania – In questo modo anche le persone migliori sembrano interpretare la politica secondo una logica di scambio”. Ma a fine serata Crocetta annuncia di aver dato mandato all’assessore alle Attività Produttive di avviare le procedure per la “revoca delle autorizzazioni” alla costruzione del Muos.