PALERMO,3 FEBBRAIO 2013 – Crolla il Palermo e stavolta rialzarsi sarà davvero un’impresa. Lo fa nel giorno in cui si presenta con un volto quasi del tutto nuovo, frutto del mercato di gennaio che sembra tuttavia aver portato più quantità che qualità.
Almeno di quella qualità necessaria per invertire una tendenza che ormai dura da sette mesi e chiama in causa le responsabilità di una società – Zamparini più di ogni altro – che ha operato da due anni scelte ad alto rischio. Non ci vuole molto e prevedere che gli allibratori la settimana scorsa ci avevano preso indicando in Gasperini il licenziando prossimo venturo. Il rapporto sempre più teso tra il tecnico e Zamparini e il silenzio di Lo Monaco sulla conduzione tecnica erano più di un cattivo presagio per il futuro della panchina rosa. Solo una vittoria poteva salvare Gasperini, la sconfitta apre le porte a Pasquale Marino, l’uomo a cui sarà chiesta l’operazione miracolo. Più facile coprire così scelte che solo l’incompetenza potrebbe giustificare. E siccome incompetente Zamparini non è, bisogna pensare a quel disimpegno che molti profetizzano come prossimo. Intanto la squadra annuncia il silenzio stampa e la partenza per il ritiro. Domani a Milano Zamparini dovrebbe incontrare Gasperini ma sembra che in bilico ci sia anche la posizione di Lo Monaco.
Era uno spareggio salvezza e il Palermo ha fallito in pieno, denunciando i consueti limiti offensivi resi ancora superiori quando il cambio di modulo e l’uscita di Fabbrini ne hanno depotenziato le possibilità. Impegno e volontà come sempre sufficienti, ma non può bastare questo per riappropriarsi di una serie A sempre più lontana indipendentemente dai risultati delle dirette concorrenti che comunque non aiutano.
Davanti a venticinquemila spettatori allo stadio Renzo Barbera. Atalanta in vantaggio con Carmona che al 9° del secondo tempo insacca di testa. Al 27° raddoppia Denis. Al 38° Nelson accorcia le distanze.
La cronaca.
Il primo tempo.
Il coraggio di Gasperini, i timori di Colantuono: le squadre che escono dagli spogliatoi rivelano i sentimenti dei due allenatori alle prese con evidente crisi di risultati. Il Palermo punta forte sui rinforzi di mercato, più che le squalifiche di Aronica e Von Bergen influisce su questa rivoluzione la scelta del tecnico. Donati torna al centro della difesa affiancato da Munoz e Garcia, subito dentro Nelson, Faurlin, Fabbrini e Boselli che sommati a Sorrentino e Dossena – più della metà della squadra nuova rispetto ad agosto – danno il senso del cambiamento.
L’Atalanta risponde con novità di uomini innestati nel solito modulo più che prudente: non c’è Denis – al suo posto Parra – e neanche Cigarini, infortunatosi nell’immediata vigilia.
Non può esserci grande intesa, specie nello sviluppo del gioco, ma l’entusiasmo dei nuovi e l’effetto trascinamento di un Barbera finalmente “caldo”, produce effetti interessanti. Il più attivo è Fabbrini, dinamico e propositivo sulla fascia sinistra, rapido nel tocco ma poco preciso al 15′ quando un suo diagonale dal limite non centra la porta di Consigli.
La regia di Faurlin è precisa e ordinata seppure senza lampi. E priva ovviamente di velocità, limite che sembra più dettato dall’intesa approssimativa con i compagni che da vero e proprio difetto di “fabbrica”. Della presenza dell’argentino si avvantaggia anche Barreto che, sgravato da compiti di regia, pressa pure le ombre degli avversari. Recuperando palla con buona frequenza, il Palermo è così in grado di presidiare la trequarti bergamasca. Al 32′ una sponda di Boselli mette ancora una volta Fabbrini in condizione di battere a rete da posizione centrale: migliore la mira ma Consiglia è piazzato per la deviazione.
L’Atalanta riparte senza grande convinzione, poggiandosi sull’estro di Bonaventura, l’unico in grado di spaccare la cerniera di centrocampo di Gasperini. Una sola conclusione, di Giorgi, intercettata da Sorrentino. Per il resto tanta ma tanta prudenza, secondo lo stile di Colantuono, e sporadiche ripartenze poco efficaci perché, fra tutte le squadre di medio livello, l’Atalanta è quella che ha perso qualità a gennaio. Ma al 43′ sale male la difesa rosa e nel buco centrale si infila Parra che spreca tirando su Sorrentino la migliore occasione del primo tempo.
ll secondo tempo è fotocopia del primo, il Palermo carica a testa bassa ma è l’Atalanta ad avere una colossale opportunità per andare in vantaggio. Lo spiovente di Scaloni (4′) è agganciato al volo da Bonaventura:due tocchi volanti che fanno fuori Garcia e Donati e comodo appoggio su Parra, solo a tre metri da Sorrentino. La girata è immediata quanto fuori misura. E questo, probabilmente, fa scattare la reazione di Colantuono che si rimangia la scelta iniziale e lo sostituisce con il più navigato Denis. Quattro minuti e il Palermo paga pegno. Denis alla prima azione in verticale, trova Radovanovic pronto alla battuta: la traversa consegna a Carmona la palla del vantaggio.
Al 12′ esce Dossena ed entra Dybala nel Palermo.Un minuto prima Raimondi al posto di Scaloni nell’Atalanta. Al 23′ Formica al posto di Fabbrini.
Cambia strada anche Gasperini: fuori Dossena, difesa a 4, due perni centrali a centrocampo, il trio Fabbrini – Dybala – Ilicic che opera alle spalle di Boselli. E’ proprio l’argentino che gira di poco fuori l’invito di Barreto al 15′ e tre minuti dopo il corner di Ilicic. Con una difesa ancor più chiusa
dell’inizio, il Palermo manifesta la sua impotenza in maniera più evidente. Il ritmo è troppo blando, gli esterni non incidono e gli attaccanti poco serviti se non spalle alla porta. L’ingresso di Formica al posto di Fabbrini non muta l’atteggiamento tattico e purtroppo neanche la qualità del gioco. Poi il raddoppio dell’Atalanta. Segnate questo minuto: 70′. E’ quì che si scrive il destino del Palermo e di Gasperini. Stendardo anticipa Boselli e pesca Denis libero a campo aperto. Dieci passi. al ritmo di un quattrocentista e botta secca sul primo palo. Il 2-0 mortifica il Palermo ma è lo specchio di questo campionato e di tutti gli errori commessi sino ad ora. Il gol di Nelson, alla fine, non cambia nulla.