PALERMO, 29 GENNAIO 2013 – Trentamila posti di lavoro in meno in un anno, prodotto interno lordo crollato quasi del doppio rispetto alla media nazionale, come pure i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese. È un quadro sconfortante, quello delineato dal Diste per la Fondazione Curella e contenuto nel “Report Sicilia” relativo al secondo semestre dello scorso anno.
In cinque anni, dal 2008 al 2012 – spiega il rapporto presentato stamattina – il Pil siciliano è regredito di 10 punti percentuali contro una media del 6,5% a livello nazionale. Il numero degli occupati è sceso fino a toccare la cifra di 1,4 milioni pari a trentamila posti di lavoro in meno in un anno. Il tasso di disoccupazione è salito al massimo livello degli ultimi nove anni: 18.4%.
Ma i dati ancora più preoccupanti, anche in relazione alle future possibilità di crescita, riguardano consumi e investimenti. I consumi delle famiglie sono crollati del 4,1% mentre per gli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto siamo a una cifra “patologica”: il 12,8% in meno. Idem per l’edilizia con una contrazione vicina al dieci per cento.
E le previsioni per quest’anno sono ancora più fosche.
All’orizzonte ancora una flessione dell’occupazione (-0,5%) mentre il tasso di disoccupazione potrebbe superare il 20% (20,7%). Le previsioni per il Pil sono di una nuova flessione dell’1,5%, contro un calo dello 0,9% a livello nazionale. La domanda delle famiglie e delle imprese continuerà il suo crollo. In controtendenza un settore che la crisi la conosce bene da anni: previsto un aumento del valore aggiunto in agricoltura (+1,5%). Ma è ben poca cosa per sperare, se non in una crescita, almeno a una crisi che rientri nella media italiana.