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Aeroporti, gli argentini di Corporacion America: “A noi tutti gli scali siciliani”

ROMA, 29 GENNAIO 2013 – Aeroporti siciliani “promossi” dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, che ha emanato l’Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale. E a poche ore da un provvedimento atteso per quasi un trentennio, ecco il colosso “Corporacion America” farsi avanti con decisione per fare shopping in Sicilia.

La multinazionale argentina, tra i principali leader mondiali nel business aeroportuale grazie alla gestione di 51 aeroporti in Sud America e in Europa, apprende “con soddisfazione” la notizia della presentazione del piano nazionale. Attraverso il responsabile Europa di Corporacion America, Roberto Naldi, il gruppo rivela “il forte interesse per diversi scali nazionali e l’attenzione a quegli aeroporti che intenderanno favorire l’ingresso di capitali privati nel proprio azionariato”.

 

L’elenco è presto fatto: “Corporacion America guarda con particolare interesse in Italia agli scali di Bologna, Genova, Salerno e Ancona. Corporacion America – ricorda Naldi – già presente in Sicilia come gestore dell’aeroporto di Trapani, presenta un forte interesse per gli aeroporti siciliani di Palermo, Catania, Comiso, Pantelleria e Lampedusa, che possono rappresentare un sistema di aeroporti estremamente sinergici tra loro nel rispetto delle proprie vocazioni”.

 

Nel piano di Passera, che comprende 112 aeroporti, lo scalo di Palermo è inserito nella Core Network (considerati di rilevanza strategica a livello Ue), Catania e Trapani nel Comprehensive Network, con traffico superiore a 1 milione di passeggeri annui. Indispensabili per la continuità territoriale sono considerati Lampedusa, Pantelleria. Comiso non è ancora aperto ma il colosso argentino sembra abbia intenzione di gestire “il più grande aeroporto del Mediterraneo”.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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