PALERMO, 28 GENNAIO 2013 – Come un giallo la cui trama però non prevede un assassino, magari anche avvincente ma privo di un fattore fondamentale. Il sondaggio è strumento da brivido per tuttI i partiti italiani (e non), assurto nell’era berlusconiana a “cibo” indispensabile per chi vuole masticare politica.
Ma un puro e semplice esercizio di stile se il campione è ridotto e soprattutto se la percentuale di indecisi, in Sicilia e Campania, è ai livelli riportati dall’indagine demoscopica di SkyTg24 e Tecnè. Il tema dominante è, ovviamente, l’aggiudicazione del premio di maggioranza al Senato.
E se nel resto d’Italia i “non so” si attestano ad una percentuale che può garantire credito al sondaggio, come spesso accade in Sicilia il dato è offuscato da un primo partito che risulta essere quello di chi non esprime preferenza.
Se a ciò aggiungiamo che la distanza tra centrodestra e centrosinistra è dello 0,5%, il piatto servito a tavola risulta particolarmente insipido. Solo a titolo di curiosità, riportiamo i numeri: l’area Pdl si attesterebbe al 28,1%, Bersani e i suoi andrebbero al 27,6%, Grillo al 21,1%, Monti al 17,4%. Senza seggi Ingroia.
Ma gli indecisi fanno registrare un 51,2% che rende inefficace la previsione. Anche la Campania, altra regione su cui si punta l’attenzione per la composizione del prossimo Senato e per l’eventuale maggioranza parlamentare, fa registrare un tasso di indecisione piuttosto alto (e chissà se tale dato non faccia riferimento all’astensionismo…) che si attesta intorno al 45%. E siccome Sicilia e Campania sono fondamentali, come spesso accade in politica, è impossibile indicare sulla base di questi numeri gli eventuali vincitori e gli sconfitti. La partita è aperta, questa è la notizia. Una notizia che in fondo conoscevamo già, senza bisogno di sondaggi.
