PALERMO, 24 GENNAIO 2013 – Chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Mai modo di dire è stato più appropriato. Al centro della querelle c’è di nuovo la buvette dell’Ars. Stavolta sono i dipendenti dell’Assemblea regionale siciliana che si lamentano: dei prezzi troppo alti e della qualità scadente del cibo.
“La verità è che erano abituati male – dice Alessandro Mantione, responsabile del servizio bar dell’Ars. – La polemica sulla qualità del cibo è soltanto espressione del malumore per il fatto che adesso non solo sono costretti a pagare, cosa che prima non tutti facevano, ma devono pagare di più. Noi, anzi, proprio perché i prezzi sono più alti, stiamo cercando di migliorare il servizio che offriamo: adesso compriamo soltanto latte fresco, abbiamo più tipi di mozzarella e prepariamo una discreta varietà di piatti, considerando le difficoltà che dobbiamo affrontare con le cucine chiuse (per via di lavori di ristrutturazione dei locali, n.d.r.). Per questa ragione, abbiamo anche dovuto mettere alcuni dipendenti in cassa integrazione, pur di non licenziarli. Quindi non voglio rispondere a queste provocazioni. Sono accuse infondate”.