“La Sicilia nel baratro”: Confcommercio lancia l’allarme e chiede investimenti mirati

di Redazione

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“La Sicilia nel baratro”: Confcommercio lancia l’allarme e chiede investimenti mirati

| mercoledì 23 Gennaio 2013 - 10:05

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PALERMO, 23 GENNAIO 2013- “La capacità di consumo di un siciliano medio è di un terzo inferiore alla media nazionale”. Lo ha detto il presidente di Confcommercio Sicilia Pietro Agen illustrando alcuni dati sulla crisi economica e le ripercussioni che sta avendo in Sicilia, nel corso di una conferenza stampa a Palermo.

“Se l’Italia è in crisi – ha aggiunto – noi siamo nel fondo del baratro. Questa non è una critica nei confronti del governo regionale attuale ma a 40 anni di cattiva gestione; al governo attuale chiediamo un’inversione di tendenza, la nostra ricetta per rilanciare l’economia passa da nuovi investimenti senza i quali non potremo ripartire”.

 

Il rimedio suggerito da Agen è quello di investire sulle infrastrutture e sul turismo. “Bisogna investire sui collegamenti, sulla messa in sicurezza degli edifici e sul turismo. Non possiamo sprecare denaro su corsi di formazione per estetisti e dattilografi, piuttosto che pagare 300 formatori mettiamo al lavoro 1.000 operai in più e terminiamo le opere per la viabilità. Anche i fondi europei vanno meglio utilizzati. In dieci anni abbiamo sprecato molte occasioni di sviluppo, preferendo finanziare sagre di paese”.

Il presidente di Confcommercio Sicilia attende di vedere come si muoverà il nuovo governo regionale, ma non risparmia qualche frecciata ai neo-assessori: “Va sviluppato il turismo ma non credo che le persone verranno a visitare le nostre città per vedere i centri di ricerca o perché dedichiamo le nostre piazze ad Archimede”. 

Investimenti importanti, secondo Agen, dovrebbero essere fatti anche nella messa in sicurezza degli edifici, soprattutto nei centri storici. “Rilancerebbe l’economia dando lavoro a molte persone”. Inoltre Agen auspica il cambiamento delle norme che disciplinano la destinazione d’uso degli edifici abbandonati, in modo – ad esempio – che possano essere realizzati dei parcheggi multipiano nei pressi dei centri storici.

Agen è critico anche sulla grande distribuzione: “Stiamo vedendo adesso il grande bluff dell’apertura dei centri commerciali. Con la capacità del consumo medio di un siciliano che equivale a un terzo di quello della media nazionale, che senso ha che Catania ha una superfice commerciale tra le più alte in Europa? Per ogni due posti di lavoro creati dalla grande distribuzione se ne sono persi tre, per non parlare del fatto che i negozi all’interno dei centri commerciali chiudono con più rapidità rispetto ai piccoli negozi di periferia”.

“Serve una nuova legge del commercio – conclude Agen -, no blocchi ma razionalizzazione. Bisogna vietare la modifica dei piani regolatori nei territori extra-urbani, in modo da evitare la nascita di grandi centri commerciali che creano un danno a livello ambientale, oltre che sul traffico”.

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