PALERMO, 21 GENNAIO 2013 – Se si trattasse di un’operazione di marketing ci sarebbe solo da fare un applauso a Raffaele Lombardo. Sino a pochi muniti dalla fine del tempo utile per la presentazione delle liste, non si capiva se l’ex presidente della Regione era o non era della partita.
Prima la dichiarazione della vigilia “sono costretto a candidarmi per non scomparire”, poi il giallo dell’ultimo minuto con il delegato della sua lista, Gaetano Tafuri che lancia l’allarme: “mi ha detto di ritirare il suo nome dalla lista, ma io non intendo farlo”.
Dietro il gesto rabbioso di Lombardo, dicono i bene informati, il mancato rispetto di alcuni accordi, violati proprio in dirittura d’arrivo.