Samorì (Mir): “Siamo arrabbiati. In politica non c’è rinnovamento”

di Redazione

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Samorì (Mir): “Siamo arrabbiati. In politica non c’è rinnovamento”

| domenica 20 Gennaio 2013 - 14:38

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ROMA, 20 GENNAIO 2013 – Gianpiero Samorì, capolista dei Moderati in Rivoluzione alla Camera in tutte le circoscrizioni, aprendo la campagna elettorale del suo partito ha dichiarato che “i moderati sono arrabbiati. Nell’ultimo mese siamo stati messi in ombra dai media perché abbiamo avuto la capacità di fare tutto da soli”.

“Non abbiamo chiesto aiuti a chi già faceva politica o a Berlusconi per avere nomi da mettere in lista. Ecco perché siamo stati adombrati dai mezzi di comunicazione: perché il sistema occulta e nasconde il rinnovamento e dà spazio solo all’esistente. Mi auguro che Napolitano intervenga perché queste elezioni determineranno il futuro ed è arrivato il momento che i giovani abbiano un buon governo e venga dato accesso a tutti ai mezzi di comunicazione. Da anni si chiede che la politica si rinnovi e poi si mantiene l’esistente”.

Riguardo alla crisi economica l’avvocato modenese l’ha definita “strutturale per via del modello capitalistico” e per questo critica la sinistra che propone “solo a parole ripetendo ‘lavoro, lavoro, lavoro’. Insomma, “producono un buonismo senza contenuti”.

Il Mir, alleato e collegato al Pdl di Berlusconi, dice no all’Imu ma propone una “ragionevole imposta patrimoniale sugli extra ricchi – si legge nel programma – cioè a carico di coloro con patrimonio finanziario, mobiliare e immobiliare netto, complessivamente superiore ai 10 milioni di euro”.
Quanto al fisco Samorì propone zero tasse sui redditi fino a 15 mila euro, il 15% fino a 50 mila, il 20% da 50 a 100 mila e il 30% dai 100 mila al milione di euro. Per realizzare le riforme il Mir propone di cantierarle entro i primi 90 giorni della legislatura e Samorì ha spiegato di avere già pronti i decreti legge per riuscire a completarle.

Sull’Agenda Monti ha detto che è “strutturata e pianificata con punti che non tengono conto del futuro. Si attesta al passato, ragionando in maniera vecchia e poco concreta, un’agenda che produrrà una società classista di ottimati”.

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