PALERMO, 19 GENNAIO 2013 – C’è già chi ha perso ancora prima del voto. Nomi e cognomi che salutano la compagnia e possono sperare solo nel sottogoverno per giocare un ruolo attivo nello scenario politico regionale e nazionale. A destra come a sinistra la rappresentanza parlamentare siciliana cambierà di parecchio i suoi connotati, indipendentemente dall’esito del 24 e 25 febbraio, dall’eventuale successo di Grillo e di Ingroia e dalla capacità di penetrazione delle liste Monti.
La prima e sostanziale scrematura potrebbe darla “l’editto Berlusconi” in chiave elettorale: nessun candidato over 65, stop a chi ha più di 3 legislature alle spalle. Se il ragionamento tiene e non ci saranno deroghe resteranno a casa gente del calibro di D’alì, Battaglia, La Loggia, Nania, Firrarello (che si consola con la presenza del genero Castiglione), oltre a Dell’Utri il cui caso rappresenta lo strappo più doloroso per il Cavaliere. E a questa truppa eccellente si dovranno aggiungere anche deputati e senatori transitati con Miccichè che, difficilmente, potrà salvare più di un suo uomo – prevedibilmente Fallica- oltre a se stesso.
E anche sulla sponda opposta c’è qualche assenza pesante, basti pensare a D’Antoni e Speziale, oltre ai già “tagliati” Crisafulli e Papania, e a Vizzini, uscente del centrodestra ma ricollocatosi a sinistra sulla sponda d’origine socialista.
Il caso Crisafulli – Papania riapre, tuttavia, nel Pd il discorso relativo alle posizioni in lista che sembrava chiusa dopo le primarie e i nomi paracadutati da Roma. Nelle mani del segretario regionale, Giuseppe Lupo, e della segreteria nazionale il destino di chi ora spera di giocarsi con altro spirito e altre speranze una partita che, sondaggi alla mano, sembrava chiusa.