PALERMO, 17 GENNAIO 2013 – La scelta è ormai fatta, ha detto si alle pressioni del partito e assecondato una legittima ambizione. Francesco Scoma conferma le indiscrezioni che circolavano già da giorni: correrà per il Senato.
Il suo contributo elettorale è strumento indispensabile per cercare la vittoria al Senato, obiettivo dichiarato del Pdl. E come sempre accaduto Scoma non si è tirato indietro. “Dopo cinque legislature alla Regione – spiega – ci può anche stare un tentativo di allargare gli orizzonti…”
Ha prevalso l’ordine di scuderia o la voglia di cambiare aria?
“Una partita che si è chiusa in pareggio. Il partito mi ha chiesto un impegno diretto ma anch’io stavo riflettendo sull’opportunità di un’avventura nazionale. Del resto siamo alla vigilia di un passaggio fondamentale per la politica italiana e siciliana, impegnarsi è un dovere”.
Il suo sacrificio, sotto forma di “impegno diretto”, è stato ricompensato da una posizione in lista che le consente di sperare nell’elezione?
“Guardi, io sono convinto che abbiamo concrete possibilità di vincere il premio di maggioranza al Senato e quindi è una partita che posso giocare tranquillamente”.
Nel Pdl in Sicilia si è risolto il problema del veto di candidare chi ha superato i limiti d’età e di legislature, così come richiesto da Berlusconi?
“E’ un discorso ancora aperto perchè è chiaro che ci sono resistenze. Ma credo che sia legittimo chiedere un ricambio, coinvolgere nuovi soggetti, allargare il fronte, anche per il momento che viviamo. E comunque la soluzione è dietro la porta, tra sabato pomeriggio e domenica presenteremo le liste in Cassazione. Oggi c’è un clima di grande sfiducia verso la classe politica, di destra quanto di sinistra. Errori ne sono stati fatti ma non si può pensare che la politica sia il male supremo. E’ un momento in cui bisogna fare di più e meglio. E soprattutto liberare la spesa pubblica che è il volano di molte economie del Sud. Giusto il rigore per combattere gli sprechi ma bloccare tutto non è possibile. Inutile nasconderlo, in Sicilia e in molte altre regioni, gli Enti Locali sono stati motore finanziario e anche ammortizzatore sociale. La politica che non capisce e che ignora è destinata al fallimento”.