PALERMO, 12 GENNAIO 2013 – La vigilia dei dubbi. Il pensiero di Gasperini è assorbito da una tentazione: aggredire il Napoli, affidarsi al coraggio se non all’incoscienza. Oppure dare retta alla sua parte più razionale, cercare di ridurre i rischi, adattare il Palermo alla sovrastante forza dell’avversario. Provare a darle piuttosto che cercare di non prenderle: mai come questa volta è difficile raggiungere un punto di equilibrio, mai come questa volta la scelta dovrà essere netta.
Il Napoli ha una forza d’urto devastante, sa sviluppare gioco dagli esterni, ma con Cavani e Hamsik sa come sfondare anche dal centro. Infoltire il centrocampo e tagliare i raccordi al nemico è stato il primo pensiero di Gasperini. Dentro, quindi una mediana più robusta – Kurtic – Barreto – Anselmo – con un presidio di sostanza sulle fasce, vigilate da Morganella e Dossena. Poi si è fatto largo, con insistenza, un tarlo dettato dall’orgoglio e supportato dalla voglia di non cedere alla paura: giocarsi la partita senza freni, tanto più che alla lunga un gol si finisce sempre col prenderlo. Questo il motivo di alcune prove a porte chiuse ma sulle quali non sono mancate indiscrezioni, sia sulla eventuale scelta del modulo che sui relativi interpreti. Potrebbe Gasperini schierarsi a specchio e rischiare un tridente offensivo in cui Brienza e Dybala avrebbero un ampio spazio da coprire oppure ricorrere alla mai amata difesa a 4 con Munoz e Garcia esterni bassi, Anselmo (o Kurtic) a fianco di Barreto, Miccoli e Brienza coppia offensiva.
Quando il dislivello di valori è così evidente ogni modulo – e quindi ogni scelta – presenta le sue controindicazioni. Ciò che oggi sembra prevalere è il “partito” dei coraggiosi, quello che punta sul tridente per aggredire l’impostazione del Napoli, che punta a sfruttare l’unico vero difetto avversario che risiede proprio in difesa dove i singoli, già non di primissimo livello, spesso non sono supportati da una squadra prevalentemente votata all’attacco.
Inutile sottolineare che il recupero di Miccoli è stato fondamentale, è l’unico che può inventarsi la giocata vincente. Ci sarebbe anche Brienza, ma è troppo fresco il ricordo delle sciagurate conclusioni di Parma per elevarlo al pari del compagno di linea. Senza considerare che le troppe voci di mercato appaiono come una palese prova di sfiducia. Debutta Dossena, nonostante i pochi giorni passati a Palermo. Nella sua zona correrà Maggio, uno a cui il rosa fa effetto dopante. Arginarne le penetrazioni e costringerlo anche a difendere sarebbe più che un successo. E poi c’è Cavani, nel mondo tra i più difficili da marcare perché mai parte spalle alla porta. E c’è Hamisk che contro il Palermo ha una tradizione più che positiva. Ogni partita comincia dal pari, è scritto nel manuale della retorica del calcio. Ma noi se fossimo di Napoli ci affideremmo anima e corpo a San Gennaro, perché questa è missione troppo ostica persino per la nostra Rosalia