Maxi operazione antimafia nel Catanese, ventisette agli arresti

di Redazione

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Maxi operazione antimafia nel Catanese, ventisette agli arresti

| giovedì 10 Gennaio 2013 - 08:28

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CATANIA, 10 GENNAIO 2013 – La Direzione Investigativa Antimafia di Catania sta eseguendo 27 provvedimenti cautelari emessi dal Gip di Catania, nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, traffico di rifiuti, traffico di sostanze stupefacenti, traffico di armi aggravato dal metodo mafioso e truffa aggravata ai danni di ente pubblico.

Sono in corso le perquisizioni nei confronti di ulteriori 16 indagati, fra i quali vengono segnalati amministratori e funzionari pubblici. Gli operatori della Dia stanno procedendo all’acquisizione di atti e documentazione di 14 comuni dislocati sul versante dell’alto ionio etneo della Sicilia Orientale.

 

L’operazione è stata denominata “Nuova Ionia”. Gli indagati per associazione mafiosa sono Roberto Russo, 47 anni, ex responsabile tecno-operativo della Aimeri Ambiente, già detenuto; Salvatore Tancona, 46 anni, commerciante, detenuto, e ritenuto dagli inquirenti elemento di spicco del clan mafioso dei Cintorino; Gianluca Spinella, 39 anni, agli arresti domiciliari, ex sorvegliante della Aimeri Ambiente per il comune di Catalabiano; Carmelo Spinella, 42 anni. 

Di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti rispondono Roberto Russo, 47 anni e Salvatore Tancona; Alfio Tancona, 53 anni, detenuto anche lui, e ritenuto elemento di spicco del clan mafioso dei Cintorino, correlato al clan dei Cursoti; Carmelo Tancona, 26 anni, commerciante, figlio di Salvatore; Nico Mariano Benedetto, 30 anni, attualmente agli arresti domiciliari per fatti di droga; Santo Cristaldi, 45 anni; Arianna Ingegneri, 28 anni; Alessandro Mangano, 25 anni; Francesco Mangano, 33 anni; Mauro Miceli, 32 anni; Salvo, Musumeci, 30 anni; Giuseppe Sciacca, 33 anni; Sebastiano Vitale, 24 anni.

 

Rispondono di traffico di sostanze stupefacenti Girolamo Zappalà, 52 anni, e Antonino La Spina, 55; di detenzione illecita di armi da fuoco Roberto Russo, Salvatore Tancona, e Antonino Grioli, quest’ultimo di 22 anni; di alterazione di armi da fuoco aggravata dal metodo mafioso Roberto Russo e Antonino Grioli; di detenzione illecita di armi da fuoco, Carmelo Tancona, 26 anni, figlio di Salvatore, e l’omonimo Carmelo Tancona, 24 anni, figlio di Alfio, oltre a Michele Varrica, 41 anni.
Rispondono di associazione per delinquere Roberto Russo, Alfio Aquino, 58 anni; Gianluca Spinella; Alfio Agrifoglio, già direttore dell’Aimeri Ambiente per la Sicilia orientale; l’ingegnere Roberto Palumbo, responsabile tecnico della discarica gestita dalla Sicilia Ambiente di Enna; Gaetano La Spina, 43 anni, coordinatore della discarica; Francesco Caruso, 47 anni dipendente della Aimeri Ambiente; Giuseppe Grasso impiegato del Comune di Fiumefreddo di Sicilia ed ex dipendente dell’ATO CT1 Joniambiente di Giarre. Sono accusati di truffa aggravata e continuata Roberto Russo, Alfio Aquino e Gianluca Spinella; di furto Maurizio Vecchio 40 anni.

Accusa di truffa aggravata anche per Alfio Agrifoglio, Roberto Russo, Roberto Palumbo, Gaetano La Spina, Francesco Caruso, Giuseppe Grasso. Infine sono accusati del reato di traffico illecito di rifiuti Alfio Agrifoglio, Roberto Russo, Roberto Palumbo, Gaetano La Spina, Francesco Caruso e Giuseppe Grasso.
Sedici le perquisizioni nei confronti di altri indagati. Passate al setaccio le carte di tutti i Comuni ricadenti nell’ATO CT1 Joniambiente per l’acquisizione di tutta la documentazione relativa agli appalti conferiti alle società finite nel mirino degli investigatori. L’indagine è stata avviata con l’obiettivo di contrastare l’infiltrazione delle associazioni mafiose nel settore della gestione integrata dei rifiuti nell’ambito dell’ATO CT1 Jioniambiente, che ha sede a Giarre e competenza nel comprensorio dell’alto Jonio etneo, confinante con l’area pedemontana (comuni di Bronte, Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Maniace, Mascali, Milo, Piedimonte Etneo, Randazzo, Riposto e Sant’Alfio).

La complessa attività investigativa (intercettazioni telefoniche e ambientali corredate da attività di riscontro sul territorio) ha permesso di ipotizzare l’infiltrazione di elementi di spicco della criminalità organizzata, attiva nel comprensorio dell’alto jonio etneo con propaggini nei comuni limitrofi di Taormina e Giardini Naxos) nell’attività di gestione dei rifiuti. Nel contesto delle indagini è anche stato individuato una sorta di poligono di tiro, a Fiumefreddo di Sicilia, dove i membri dell’organizzazione erano soliti esercitarsi nell’utilizzo delle armi da fuoco; in una circostanza è stata anche registrata l’esplosione dei colpi di pistola con i commenti sull’esito dell’esercitazione e la funzionalità delle armi. Gli inquirenti hanno acquisito prove che ricondurrebbero ad un consistente traffico di sostanze stupefacenti.

 

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